Finisce l’allerta arancione per temporali in Lombardia. Zona rossa per il rischio idrogeologico tra Varese, Sondrio e la Valchiavenna
Alle 9 del 29 agosto finiscono le allerte arancioni per i temporali i Lombardia. Non è ancora momento di fare la conta dei danni perché si è in in zona rossa, per il rischio idrogeologico che ancora attivo per tutta la parte alta della Lombardia sopra, soprattutto nelle province di Varese e Sondrio. Il pericolo grave riguarda gli smottamenti e le frane che vanno a colpire un territorio già provato dal punto di vista idrogeologico. Molte zone sono vietate al passaggio, e ci sono ancora delle località isolate a causa delle frane.
Con la fine dei temporali, chiusa anche l’allerta gialla per il vento forte
Finisce anche l’allerta gialla per il vento forte. Non tornerà nemmeno il grande caldo, perché la fine di agosto non è stagione. Intanto però si fa la conta dei danni, che hanno messo in risalto le tante debolezze della Lombardia in tema di prevenzione e protezione del territorio e delle città. Il tema dei prossimi mesi sarà quanto ci è costato non avere effettuato un buon programma di prevenzione e di cura del verde pubblico e privato, e di adeguamento delle strutture.
Allagamenti
Gli allagamenti dei sottopassi hanno dimostrato di non avere pompe abbastanza potenti da garantire lo svuotamento durante i temporali, come è successo ieri a Molino Dorino con il sottopasso che porta all’autostrada. La caduta di tanti alberi ha dimostrato che non vi è cura del patrimonio arboreo, infatti gli alberi caduti nelle città erano tutti ammalati e con radici superficiali,
Si dovrà parlare anche del motivo per cui il sistema di intervento non è stato all’altezza delle aspettative della Lombardia. La professionalità è molta ma è mancata la capacità di coinvolgere le riserve, necessarie in emergenza, e la manovalanza in modo organizzato e formato. Fine agosto non è non si è ancora finito di ripulire Milano dagli alberi caduti durante il temporale di luglio.
Non sappiamo più metterci una pezza
Persino il settore privato ha lasciato a desiderare. Ad esempio, il numero di meccanici non è stato adeguato ad assorbire l’aumento di richieste di riparazione delle auto dopo i temporali di agosto. Questo perché le leggi e le tecnologie adottate da una ventina di anni da questa parte impediscono, nella stragrande maggioranza dei casi, di intervenire da soli nelle riparazioni più lievi. È il caos che si crea nelle società troppo specializzate in cui è disincentivata al massimo l’iniziativa privata. Ci siamo, insomma, resi schiavi, da soli, delle difficoltà di iniziativa.
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