Ignazio La Russa al Ventaglio: “Rapporti con la stampa segnale di qualità della democrazia”
Durante la cerimonia del ventaglio, il tradizionale incontro con la stampa parlamentare per gli auguri di buone ferie che si è svolta oggi a palazzo Madama, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha risposto ad alcune domande scritte presentate dai giornalisti presenti.
In imbarazzo
In via generale il presidente del senato ha confessato il suo imbarazzo nei rapporti con i giornalisti. Lui, ha detto, vorrebbe rispondere a tutte le domande, anche quelle che toccano gli ambiti della politica, ma se lo fa poi si sente dire che ha parlato di politica, e che non avrebbe dovuto, perché il ruolo del presidente del senato è “super partes”. Se peró non risponde, gli danno del maleducato.
Durante l’incontro Ignazio La Russa ha anche detto che considera i rapporti con la stampa come il segnale della qualità della democrazia e di rapporti di civiltà, prima ancora che di rapporti politici e che, per onorare la “cerimonia del ventaglio” era pronto a rispondere a tutte le domande poste, evitando di eluderle se non riguardavano la sua figura di presidente del Senato.
Le questioni personali del presidente
La domanda seguente era sulla sua vita familiare e riguardava la vicenda del figlio Leonardo, accusato di violenza sessuale.
Ignazio La Russa ha incassato bene, e ha definito la domanda “posta in modo intelligente” perchè gli chiedeva se oggi avrebbe nuovamente diffuso la nota con cui dichiarava di credere a suo figlio, e che la segretaria del Pd Schlein ha definito ” minare la credibilità delle donne”. Una frase che lo ha messo al centro delle polemiche politiche qualche settimana fa.
“Non lo farei piú”
La Russa ha risposto. Ha detto che oggi non lo rifarebbe più. Che un padre può credere o non credere a suo figlio, che lui crede al suo e pensa non ci sia nulla di male se un padre crede al figlio e lo dice. Ció di cui si rammarica è di non essere riuscito a spiegare bene che nelle sue parole non c’erano attacchi alla ragazza. Le sue parole sulla tempistica della denuncia erano rivolte al difensore della ragazza, e non alla ragazza stessa, che ha atteso 40 giorni a presentare la denuncia. Poi ha aggiunto, “quando i video della sorveglianza non c’erano più”
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