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La banca di Garbagnate milanese salva per la scuffia

Venerdì 16 giugno, in mattinata, gli agenti della squadra mobile di Milano hanno bloccato un gruppo di rapinatori che aveva preso di mira una banca di Garbagnate Milanese. Li hanno sorpresi mentre tornavano dall’ultimo sopralluogo in vista della rapina, con sequestro di persone, che stavano organizzando. I rapinatori che, nelle settimane scorse, avevano pedinato il direttore e il dipendente incaricato di aprire la banca al mattino non si erano accorti di essere a loro volta pedinati dalla polizia.

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La rapina avrebbe potuto essere davvero pericolosa perché, come nei casi precedenti, la banda progettava di agire sequestrando, dipendenti, clienti e direttore, tenendoli sotto la minaccia delle armi per farsi consegnare il denaro. In queste situazioni non si sa mai come può davvero finire una rapina. Venerdì i poliziotti hanno fermato due rapinatori e il palo che, indossando dei gilet catarifrangenti e delle mascherine chirurgiche, monitoravano l’ingresso della banca.

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Contestualmente all’arresto dei tre ha Garbagnate Milanese sono state perquisite le loro abitazioni e i luoghi nelle loro disponibilità. Sono state trovate le ricetrasmittenti che utilizzavano per comunicare in maniera riservata e alcuni telefoni a citofono oltre al materiale per camuffarsi. Contemporaneamente contemporaneamente sono stati arrestati anche altri due componenti della banda, che si occupavano uno della logistica e l’altro di fare da autista durante le rapine. Questa mattina Polizia di Stato ha consegnato loro le ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse su ordine della procura della Repubblica di Milano per la possibilità di reiterazione del reato.

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Infatti i cinque erano pedinati dalla polizia perché già individuati come possibili colpevoli di altre due rapine avvenute in via Cesare Battisti e in Piazzale Susa a Milano. Dopo quelle rapine, la squadra mobile si era occupata di ricostruire i fatti e di profilare i rapinatori. I poliziotti avevano quasi subito ricostruite la composizione della banda composta da due rapinatori armati, un palo, un autista e un responsabile della logistica che aveva il compito di intercettare le comunicazioni radio delle forze dell’ordine.

La prima rapina era avvenuta il 15 giugno 2020. 2 uomini con il volto coperto coperto avevano atteso l’arrivo del primo dipendente della banca di via Cesare Battisti. Lo avevano agganciato e tenuto sotto la minaccia delle armi per farsi aprire gli uffici. Una volta all’interno, i rapitori hanno aspettato che arrivasse il direttore per sbloccare il bancomat e il caveau. Man mano che clienti e dipendenti entravano nella banca, lì sequestravano, togliendo loro i telefoni cellulari. Una volta arrivato il direttore, tenendolo sotto la minaccia delle armi erano riusciti ad arraffare 90 mila euro e a fuggire.

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Il rapinatori avevano poi utilizzato la stessa metodologia per rapinare una banca in Piazzale Susa, l’11 dicembre del 2020. Due uomini armati e a volto coperto avevano atteso l’arrivo del primo dipendente, quello che aveva l’incarico di aprire l’ufficio. Lo avevano sequestrato e poi, tenendolo sotto minaccia, erano entrati nella banca ad aspettare il direttore per obbligarlo a sbloccare la cassaforte e il bancomat. Avevano sequestrato anche tutte le persone che erano entrate nel frattempo. Poi erano riusciti a farsi consegnare circa 40 mila euro e a fuggire.

La squadra mobile Ha individuato i cinque componenti della banda grazie all’analisi del traffico delle celle telefoniche della zona, cui si erano agganciati i telefoni dei rapinatori. Un lavoro certosino che ha riguardato sicuramente migliaia e migliaia di numeri di telefono, durato fino a che non sono stati trovati i numeri di telefono che erano aggangiati sulle stesse celle nei momenti in cui erano state rapinate le due banche. In questi due anni la squadra mobile ha pedinato quotidianamente i sospetti rapinatori, fino a raccogliere le prove delel loro colpevolezza e a scoprire che stavano organizzando un nuovo colpo.

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Sempre seguiti dalla polizia, i rapinatori hanno effettuato diversi sopralluoghi nei pressi della banca di Garbagnate milanese che avevano già scelto. Il loro scopo era principalmente scoprire qual era il miglior giorno per il colpo e chi fosse il dipendente incaricato di aprire la banca la mattina. Poi avevano iniziato i pedinamenti del direttore e del dipendente e ne monitoravano le abitudini. Arrivati al momento in cui si poteva immaginare che avrebbero colpito a breve, sono stati fermati.

Rapinatori incalliti

I rapinatori sono tutti “gente del mestiere.” Avevano interrotto la loro attività di rapinatori solo durante i periodi passati in carcere. Il loro capo, Giorgio Ferro, faceva già parte della banda delle Burgman, banda di rapinatori che aveva infestato Milano e l’Hinterland che negli anni 2000 avevano compiuto almeno 40 rapine dello stesso tipo. Oggi sono tutti sulla soglia della pensione, hanno tutti più di 60 anni, ma non hanno cambiato modo di vivere.

Giorgio Ferro ha 60 anni. Con Mario Visentin, 68 anni e precedenti per rapina , erano il gruppo di fuoco. Armati di una semiautomatica e di un revolver, intercettavano il dipendenti all’arrivo in banca e lo costringevano a farli entrare. Roberto Fantinato, 62 anni, aveva il ruolo di palo. Ivan Gambino è il giovane del gruppo, ha 54 anni, ed quello che vanta meno storia criminale. Ha magari anche delle motivazioni diverse dalla criminalità per rapinare delle banche. Ha infatti solo dei precedenti per reati fallimentari. Il suo ruolo era quello dell’autista. Infine c’è il 60enne Francesco Fagiana, anche lui nuovo alle rapine, per la polizia. Ha precedenti per questioni di droga e di reati contro il patrimonio.

Fagiana aveva però lo scanner per intercettare le radio della polizia. La loro organizzazione non lasciava nulla al caso. Durante le indagini erano state effettuate delle intercettazioni e i poliziotti hanno scoperto che i rapinatori avevano chiamato il 112 per verificare i tempi di reazione delle forze dell’ordine.

Non restavano con le mani in mano

Nel periodo delle indagini erano riusciti in ogni caso a compiere anche altre rapine, sempre molto ben organizzate, su cui le indagini sono ancora in corso. Probabilmente sono state almeno tre computer nel 2022 e nei primi mesi del 2023. La zona è quella storica di azione della banda, cioè l’hinterland di Milano.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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