Festa della donna 2023. Peró oggi odio i sindacati
Proclamare lo sciopero dei trasporti pubblici nel giorno della festa della donna, l’8 marzo, e farlo passare come un mezzo consapevolezza della situazione femminile, è l’idea più idiota che poteva venire ai sindacati. A nome mio, e di tante donne che come me si alzano alla mattina alle 6 per andare a lavorare con i mezzi pubblici, per non consumare troppa costosa benzina, dichiaro che oggi odio i sindacati.
Nel giorno della festa della donna, mi hanno reso la giornata lavorativa più difficile e complicata delle altre. Se volevano lasciare un segno, ce l’hanno fatta. Eppure per conquistare la mia simpatia, e quella di altre donne, bastava spedire via WhatsApp il disegno di un rametto di mimosa con la scritta “auguri a tutte le donne”. Non è costoso, ma richiede dedizione e tempo. Invece hanno preferito farcelo perdere, sia che come donna sia come essere umano generico. Come ogni donna, ho poco tempo e troppi problemi da affrontare in quel poco tempo.
Non c’è bisogno di una giornata di sciopero dei mezzi di trasporto pubblici per far rilevare che la donna ha più difficoltà degli uomini nel lavoro, e nella vita di ogni giorno. Per eliminare concretamente le differenze bisogna lavorare, non fare sciopero. Oggi le donne hanno bisogno di servizi, di organizzazione, di finanziamenti, di credito e di vera considerazione vera. Ed ho aspettato la sera, quando è finita, per parlarne.
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