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Fabrizio Cecchetti contro Mariastella Gelmini. “Ha affossato l’ autonomia regionale”

Si parla di autonomia regionale. Generalmente non pubblichiamo i botta e risposta fra i politici, specie quando si è alla vigilia delle elezioni. In redazione pensiamo che le polemiche fatte sulle parole non interessino il nostro pubblico. Questa volta, però, facciamo un’eccezione perché l’argomento trattato è uno di quelli che interessano a fondo i lombardi. Questo comunicato lo hai inviato l’on. Fabrizio Cecchetti, nella Lega. Attacca il ministro Mariastella Gelmini a proposito dell’Autonomia incolpandola, con tutta probabilità a piena ragione, della mancata realizzazione di quanto deciso dal popolo Lombardo durante il referendum del 22 ottobre 2016, cioè l’autonomia economica e finanziaria della Lombardia, in base alla costituzione italiana.

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L’onorevole Cecchetti dichiara:

“E’ veramente ridicolo che ora il ministro Gelmini tiri fuori che per l’ autonomia era tutto pronto a luglio ma poi la lega ha fatto cadere il governo Draghi e l’Inter si è fermato. A parte che la Lega, e questi sono fatti non opinioni, non ha fatto cadere Draghi, è stata la Gelmini a tenere bloccata per un anno e mezzo l’autonomia, nonostante le pressioni politiche della Lega e delle regioni interessate a portare avanti l istituzionale di questa riforma che era già stata bloccata nei due anni precedenti dal centro-sinistra.

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Poi certo, aver visto la Gelmini tradire e abbandonare il centro-destra, e tutti i suoi valori, per farsi candidare con il terzo Polo, ovvero con il centro-sinistra, spiega tante cose. Spiega anche il perché del freno tirato sull’autonomia. Nessun problema! A realizzare l’autonomia differenziata regionale ci penserà il centro-destra da ottobre, dando finalmente risposta a cui milioni di cittadini che con lo strumento Democratico del referendum si sono espressi per realizzarla. Sarà un dovere del prossimo Parlamento rispettare questa volontà dei cittadini.”

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MariaStella Gelmini

Anche altre volte, Mariastella Gelmini si era messa di traverso a riforme che riguardavano l’autonomia. La sua riforma della scuola, ad esempio, affossò il grande lavoro fatto da insegnanti e volontari per migliorare i programmi scolastici in merito alla cultura locale, penalizzando fortemente soprattutto gli insegnanti che lavoravano nel nord Italia. Quella volta furono pochi però a dar voce alle lamentele e si dovette assistere al crollo e alla cancellazione di più di 10 anni di intenso lavoro. In quel momento era un ministro del centrodestra, e pareva che ogni volta che qualcuno si lamentava delle sue decisioni in realtà attaccasse il governo.

Per fortuna adesso Maria Stella Gelmini ha cambiato schieramento, almeno anche nel centrodestra si potrà dire chiaramente quello che si pensa del suo lavoro. Perché succedesse ci sono voluti anni e la distruzione di un modello di riforma di autonomia scolastica che, a mio parere, avrebbe migliorato molto la scuola.

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La tanto attesa autonomia della Lombardia sarà davvero realizzata?

Per essere certi che questa volta sia rispettato il risultato del referendum del 22 ottobre 2016, bisognerebbe avere in Parlamento gente che non gliene importa nulla di dire in faccia e pubblicamente quel che pensa nel loro lavoro, e che non tema di “sputtanare” pubblicamente chi mette i bastoni fra le ruote. La presenza di Giorgia Meloni, che è a capo di un partito fortemente centralista, nell’alleanza di centro destra mostra già quali saranno le difficoltà nella realizzazione delle autonomie regionali.

Oggi non si sente più la pressione dei movimenti indipendentisti, che era servita alla Lega Nord per promuovere e per richiedere le riforme. La Lega si è annacquata nell’italianismo, che non ha nessun interesse nelle riforme reali dello Stato. Non c’è molto da fare o da dire. Non è più possibile neppure fondare altri movimenti reali. Troppo costoso, per popoli ridotti male come quelli italiani. Inoltre le istanze del nord, della fu Padania, anche se ancora vive sono troppo poco rappresentate. Secondo me, l’unica cosa che si può fare in questo momento è sperare che succeda un miracolo. Infatti, la forza della ribellione alle ingiustizie non esiste più. Magari ho torto, lo spero. Lo potrà dire solo il futuro.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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