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Parco Vettabbia. Catturato l’accoltellatore di Milano

Lo scorso 3 novembre un giovane marocchino, 19 anni appena, era stato ferito in modo gravissimo all’uscita del parco della Vettabbia, in via Sant’Arialdo, zona Corvetto. Il ragazzo aveva chiesto aiuto e gli operatori del 118 erano accorsi dopo le segnalazioni dei passanti. Lo avevano trovato che era ormai senza conoscenza, con una gravissima ferita da coltello tra il fianco e il torace.

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E’ stato Bacha

Le forze dell’ ordine sono state chiamate dai soccorritori quando si erano accorti che la ferita era dovuta ad un atto violento. Le indagini sono iniziate immediatamente, anche se per parecchi giorni il giovane è stato in serio pericolo vita, con problemi cardiaci dovuti al ferimento e non era in grado di raccontare cosa era successo e chi lo aveva colpito. Quando si è ripreso ha raccontato di essere andato nel parco Vettabia per acquistare droga e che il pusher Bascia, dopo l’acquisto, lo aveva colpito con un coltello da macellaio. Quindi lui era scappato e aveva raggiunto la strada, dove lo avevano trovato.

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Dormiva nel parco

La squadra mobile della Polizia di Stato di Milano, coordinata dal p.m. dottor Pelizzi, ha identificato il colpevole e lo ha catturato, ieri mattina, con una azione di accerchiamento. Lo hanno stretto nei pressi della montagnola del parco, vicino ad una tenda di fortuna, in uno dei vari accampamenti abusivi del parco. Un tenda che ha detto di utilizzare per dormire. Anche se non ha opposto resistenza all’arresto, era sotto gli effetti della droga, sono stati necessari parecchi uomini per trovarlo e prevenire qualsiasi tipo di fuga o resistenza, data l’instabilità del soggetto, che fa uso delle droghe che vende.  Alcuni agenti sono entrati nel parco avventura, altri dall’altro lato e hanno avanzato fino a che non lo hanno individuato fra gli altri frequentatori del parco.

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Omertà da ghetto fra gli amici della vittima

Gli amici e i parenti marocchini del giovane ferito sono stati estremamente reticenti. Il giovane è clandestino, come il suo aggressore. Non è mai stato censito e si suppone sia entrato in Italia dalla Spagna durante l’estate, per raggiungere la sorella. Non ha precedenti penali, ma in pochi mesi si era trasformato in un consumatore di droga, forse anche in un pusher. La loro è una forma di omertà pericolosa, che crea un ghetto in cui tutte le violenze sono possibili e in cui non vigono le leggi della civiltà.

Il sospetto è che il diciannovenne non avrebbe avuto neppure un nome, se non fosse sopravvissuto. Fino a che non è stato in grado di rispondere alle domande della polizia l’identificazione dell’accoltellatore non poteva essere certa. In quegli ambienti, sulla strada, girava un soprannome, Bascia. Un uomo con diversi precedenti per reati di vario tipo legati al mondo della droga. Puscher, palo, ma anche un consumatore strong.  Era già stato arrestato altre volte, il che deve aver messo sulla strada giusta gli investigatori.

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Il Bacha contro il tram

Bascia aveva già attirato l’attenzione, e non solo quella delle forze dell’ordine. La scorsa estate il marocchino era stato arrestato per aver fermato il tram 24 in via Ripamonti, impedendogli di ripartire, mentre era sotto l’effetto di stupefacenti. Era stato denunciato per interruzione di pubblico servizio. Bascia, il cui vero nome è Rahli Ali, è ricordato per lo scalpore creato da quel fatto. E’ noto che dorme nel parco Vettabbia e che si droghi con qualunque cosa gli capiti a tiro. Non avrebbe dovuto essere in Italia. A suo carico un foglio di espulsione sin dal 2016. 

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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