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Guerra Russia Ucraina. Se a morire è la gente normale chi se ne frega di chi ha torto o ragione

Si nota, nelle ultime ore, che, mentre c’è chi tenta di raccogliere cibo, materiale sanitario e quanto può proteggere la vita delle persone, c’è chi cerca di stabilire chi ha torto o ragione nella guerra fra Russia e Ucraina. Non sono una esperta in geopolitica e grandi sistemi ma mi interessa la vita e il destino della gente normale, specie di chi subisce ingiustizie e chi paga le conseguenze delle scelte interessate di politici e burocrati. Suppongo, e non è una supposizione difficile da sostenere, che la maggior parte delle persone la pensi nello stesso modo.

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La Russia

Molti dicono che il presidente Putin ha ragione e che la scelta della Nato di mettergli dei missili praticamente al confine, con l’accettazione nel patto Atlantico di tutti i paesi dell’ex patto di Varsavia a est della Germania, è stato invadere lo spazio di sicurezza della Russia. L’Ucraina, secondo quanto dice Putin, era la sua linea rossa, quella che non avrebbe permesso a nessuno di oltrepassare. Parliamo di Nato, ma la Nato non è l’unione Europea.

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Gli Stati Uniti

La Nato è degli Stati uniti e gli armamenti Nato in Europa sono di fatto praticamente solo i loro. E’ stato fatto un grave errore. La Nato doveva essere ridimensionata al momento della caduta del muro di Berlino, nel 1990. Finito il patto di Varsavia, doveva finire anche quello Atlantico e le alleanze militari dovevano essere ridisegnate su base europea. In 30 anni non è mai stato fatto nulla del genere ed è finita che gli Stati uniti hanno grossolanamente pestato i piedi alla Russia usando le “scarpe” dell’Europa, per poi abbandonarla. Hanno fomentato anche i politici ucraini, che hanno fatto, rumorosamente, molte scelte sbagliate, fidandosi di un appoggio degli Usa che in realtà non c’è.

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Il pensiero verso l’Ucraina

Con l’attacco all’Ucraina, ragione o torto che abbia, la Russia sta ammazzando gente innocente che ora sta difendendo casa sua, ciò che ha costruito con molti sacrifici. Sinceramente penso che sarebbe stato molto meglio se i russi avessero fatto come hanno sempre fatto: distribuire polonio e altri veleni ai singoli oppositori che stavano loro sulle scatole.

In questo momento in pericolo ci sono delle persone che conosciamo: i parenti e i figli delle numerose badanti che si sono occupate dei nostri anziani, le famiglie dei bambini di Cernobyl che da 30 anni accogliamo per abbassare il livello di cesio nel loro sangue dopo il disastro della Centrale nucleare, e quegli stessi bambini che abbiamo contribuito a salvare che sono cresciuti e ora stanno difendendo le loro città.

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Gli ucraini stanno soffrendo, le madri vedono i propri figli imbracciare i fucili e andare in guerra con il solo equipaggiamento di una bandana gialla sul braccio. Le persone normali non riescono a stare ferme di fronte a questo. Aiuterebbero anche i russi, se si trovassero nella stessa situazione. Solo che adesso le persone normali russe stanno vivendo normalmente.

Sinceramente, la sola idea di trovarmi nella situazione delle madri ucraine mi spingerebbe a mettermi in prima persona a cercare di far fuori Putin prima che possa far del male ai miei figli, a prescindere dalle ragioni geopolitiche che può avere. E’ un ragionamento da madre normale, del popolo, che sono certa di condividere con milioni di madri al mondo, di ogni etnia o paese.

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L’Europa

Aiutare gli Ucraini in questo momento non è una questione geopolitica. Aiutando loro stiamo pensando anche a noi stessi. Anche se il torto dell’Europa è stato quello di conservare la Nato nonostante non avesse più senso. I politici europei sono sempre stati pienamente consapevoli che l’allargamento della Nato ad est era una spina nel fianco della Russia. Non hanno fatto nulla e ora la situazione attuale ci mette in pericolo.

Abbiamo, penso, solo una possibilità; che l’Ucraina resista all’attacco della Russia più tempo possibile e dia all’ Europa per organizzarsi a resistere al passo successivo, cioè l’occupazione dei paesi che rappresentano l’est europeo. Polonia, Ungheria o Romania. Ora che ha iniziato in questo modo, la Russia non può fermarsi. Equivarrebbe ad arrendersi e a non ottenere l’obiettivo che si sono posti, cioè ricacciare indietro i missili statunitensi.

Un ragionamento semplice, da esperta di risiko

Se volessi invadere militarmente un paese europeo, prima ancora di iniziare tenterei di mettere in ginocchio le difese dell’intera coalizione di cui fa parte. Non possono esserci basi operative che possano inviare droni o aerei che possano invadere il mio spazio aereo e portarmi la guerra nel mio territorio costringendomi a difendere casa mentre sto attaccando quella di qualcun altro. E’ un ragionamento semplice, probabilmente troppo semplice, ma penso che la Russia, prima ancora di attaccare la Romania, distruggerebbe Sigonella e Aviano. Ecco uno screenshot di flightradar24 della scorsa settimana. Mostra visivamente la mia preoccupazione..

gente normale,ucraina,guerra. Guerra Russia Ucraina. Se a morire è la gente normale chi se ne frega di chi ha torto o ragione - 01/03/2022

Spero di aver chiarito perchè, nonostante pensi che i componenti della Nato abbiano avuto dei torti enormi e che la colpa di questa guerra sia principalmente degli Stati Uniti, farò quanto mi sia possibile per aiutare le persone normali dell’Ucraina sperando che sfianchino i russi fino a che Putin non riterrà che la guerra non sia più conveniente per la Russia. Avrò torto? Non lo so, però so che fra gente normale ci si aiuta, spesso, anche contro burocrati, politici e diplomatici fallimentari.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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