Milano ricorda la “Strage di piazzale Loreto”. Presente il Comune di Rho col proprio Gonfalone
Milano. 10 agosto 1944/10 agosto 2021, sono passati settantasette anni, ma il Comune di Milano non dimentica l’eccidio di piazzale Loreto e ogni anno lo ricorda con una commovente cerimonia. L’8 agosto 1944 un attentato in viale Abruzzi fece morire 6 civili italiani e ferirne altri 11, con un solo soldato tedesco lievemente ferito, ma questo avvenimento scaturì la rappresaglia da parte del comandante della sicurezza nazista a Milano, Theodor Saevecke, soprannominato poi come il boia di piazzale Loreto.
La mattina del 10 agosto quindici partigiani vennero presi dal carcere di San Vittore e portati in piazzale Loreto, dove furono fucilati da un plotone di militi fascisti. (nella immagine di copertina l’assessore Sabina Tavecchia, il presidente onorario ANPI di Rho Bruno Bevilacqua e gli agenti della polizia locale col Gonfalone della Città di Rho)
Questi i nomi degli assassinati: Gian Antonio Bravin, Giulio Casiraghi, Renzo Del Riccio, Andrea Esposito, Domenico Fiorani, Umberto Fogagnolo, TullioGalimberti, Vittorio Gasparini, Emidio Mastrodomenico, Angelo Poletti, Salvatore Principato, Andrea Ragni, Eraldo Soncini, Libero Temolo e Vitale Vertemati. Giovanni Pesce, comandante dei Gruppi di Azione Patriottica, ha sempre negato che l’attentato di viale Abruzzi potesse essere stato compiuto da unità partigiane.
Piazza affollata di sindaci, autorità di tutta la provincia e molte delegazioni ANPI. Per il Comune di Milano il vice sindaco Anna Scavuzzo, e in rappresentanza della Regione Lombardia il sottosegretario alla presidenza Antonio Rossi, i cui discorsi vertevano sul ricordare e contrastare i nuovi nazionalismi. Presente per il Comune di Rho l’assessore Sabina Tavecchia con la fascia tricolore e il Gonfalone della città.
“E’ un onore essere qui in rappresentanza del Sindaco e della nostra città. Per portare avanti concretamente il ricordo di questo sacrificio per la libertà di tutti noi, insieme ai figli e ai parenti dei quindici martiri. Apprezzatissimo anche il discorso del presidente ANPI di Milano Roberto Cenati che ha ricordato il poeta Franco Loi da poco mancato, e Sergio Temol, figlio di uno dei martiri, presente questa volta solo col pensiero per motivi di salute, a cui vanno i nostri sentiti auguri.” Oltre a lei era presente il presidente onorario dell’ANPI di Rho Bruno Bevilacqua.
Questo il messaggio del presidente ANPI sezione di Rho Mario Anzani “L’eccidio di piazzale Loreto è un atto che esprime per intero la ferocia e la disumanità del nazifascismo. Non dimenticare quella tragedia significa perpetrare l’orrore che le vittime si meritano e al tempo stesso consolidare un saldo spirito repubblicano e democratico. Di ciò vi è grande bisogno, posto che nostalgici del regime mussoliniano albergano persino nel governo o sono stati nominati ambasciatori dell’Italia all’estero.”
Questa sera alle ore 21 verrà presentato il libro “Piazzale Loreto. Milano, l’eccidio e il contrappasso.” di Massimo Castoldi, nipote di Salvatore Principato uno dei martiri di piazzale Loreto. In conclusione riporto una frase pronunciata in occasione della strage di piazzale Loreto da Benito Mussolini al vice capo della polizia della RSI “Il sangue di piazzale Loreto lo pagheremo molto caro.”
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“Nessuno dei partigiani ebbe il buon senso di indicare chi era il criminale che aveva messo quelle bombe. Avrebbero dovuto cercarlo loro e processarlo, se non volevano consegnarlo. Aveva ucciso 6 innocenti, non 6 soldati. Era un crimine anche in uno scenario di guerra violenta. Invece non sapremo mai chi fu il responsabile.”
Così commenta ANONIMO. In realtà chi è stato lo sanno in molti. Tacciono per coprire gli autori del gesto inconsulto. Le bombe, a tempo, furono due. La prima fece vittime e feriti; la seconda, a distanza di 2-3 minuti uccise, di certo, almeno due soccorritori: il Rag.Masnata, con studio al primo piano di viale Abruzzi 75 e il droghiere Beltramini, che aveva il negozio a circa 200 metri dal n.77.
Questa l’amara tragica VERITA’.
Ho commentato ma il commento non è comparso, come mai?
“Nessuno dei partigiani ebbe il buon senso di indicare chi era il criminale che aveva messo quelle bombe. Avrebbero dovuto cercarlo loro e processarlo, se non volevano consegnarlo. Aveva ucciso 6 innocenti, non 6 soldati. Era un crimine anche in uno scenario di guerra violenta. Invece non sapremo mai chi fu il responsabile.”
GLI INNOCENTI CHE TROVARONO LA MORTE IN VIALE ABRUZZI 77 FURONO 11 E 17 I FERITI.
LA CONFESSIONE DEGLI AUTORI E’ STATA RINVENUTA. E MOLTI NE SONO A CONOSCENZA E TACCIONO PERCHE’ POLITICAMENTE NON GIOVA.
PERO’ , DOPO 77 ANNI BISOGNA AVERE L’ONESTA’ DI COMMEMORARE ANCHE GLI 11 MARTIRI DIMENTICATI. …..E IL CORAGGIO!
Questo è un bell’articolo di vera cronaca in cui Andrea Re ha raccontato gli eventi di oggi. Nelle sue righe ha sottolineato ciò che è avvenuto allora e ciò che è avvenuto oggi. Senza nascondere nulla. Ha i miei complimenti
Come si sa tutti gli eventi che fanno parte della storia spesso sono riletti con una interpretazione “odierna” basata su posizioni e convinzioni politiche “odierne”. Secondo me è un errore che i politici non dovrebbero fare. La storia appartiene alla storia. E’ scritta sui fatti, sulla cronaca e suoi documenti e deve essere aderente alla realtà dei fatti. Per questo mi piace l’articolo di Andrea.
Nel primo paragrafo Andrea scrive che la fucilazione di 10 partigiani presi dal carcere di San Vittore era stata la risposta ad un’altra strage. l’8 agosto una bomba in viale Abruzzi aveva ucciso 6 innocenti e ne aveva feriti altri 11. Tutti italiani, milanesi, e nessuno di loro era fascista o partigiano. Erano passanti che al momento dello scoppio di due bombe, posizionate per far esplodere un camion tedesco, si trovavano nei paraggi. Il camion non esplose, l’autista fu ferito leggermente. Nessuno dei partigiani ebbe il buon senso di indicare chi era il criminale che aveva messo quelle bombe. Avrebbero dovuto cercarlo loro e processarlo, se non volevano consegnarlo. Aveva ucciso 6 innocenti, non 6 soldati. Era un crimine anche in uno scenario di guerra violenta. Invece non sapremo mai chi fu il responsabile.
Erano brutti tempi a Milano, anche se nel proseguire del tempo Milano ne ha subiti di altrettanto terribili che però, sempre per questioni d interpretazione politica, sono ancora sospesi fra la storia e il dimentcatoio.
Di quei 17 milanesi oggi non si è parlato. Ho recuperato i loro nomi da una delle fonti storiche di wikipedia. Si tratta di un verbale del tempo. Penso che sia giusto pubblicare qui anche i loro nomi. E penso anche che una analisi storica seria porti a comprendere il gesto di Theodor Saevecke che, dopo aver deliberato l’applicazione del diritto di rappresaglia ( è una terribile legge di guerra) non ha ordinato ai tedeschi di eseguire la fucilazione dei partigiani prelevati da san Vittore. La rappresaglia fu infatti eseguita da italiani, da un plotone della polizia “Ettore Muti”.
Nel verbale della Guardia Nazionale Repubblicana, reperibile nell’Archivio di Stato di Milano, Fondo Gnr, busta 64, c. 36, f. VII, sf. 8., si legge:
«Oggetto: Attentato terroristico.
Milano, li 8/8/1944.
Ore 8,15 di oggi in viale Abruzzi all’altezza dello stabile segnato col N° 77 scoppiavano due ordigni applicati ad opera d’ignoti all’autocarro germanico con rimorchio targa W.M. 111092 li sostante dalle ore 3 di stamane e affidato all’autiere caporal Maggiore Kuhn Heinz, che dormiva nella cabina di guida.
Decedute 6 persone e precisamente:
1- Zanini Edoardo di Pietro anni 31 – domiciliato a Milano- via Rusco N° 8
2- Giudici Giuseppe fu Carlo anni 60 – domic. a Milano v. Nicola De Puglie
3- Zanicotti Giuseppe fu Angelo anni 28 – dom. Milano via Gran Sasso 2
4- Brioschi Primo – domiciliato a Mezzago, v. del Pozzo 7
5- Moro Gianfranco fu Leonida anni 19 dom. Como, v. Chiesa d’Abbate 4
6- La sesta è una donna età apparente anni 35 priva di documenti.
Ferite 11 persone e precisamente:
Ricoverati all’ospedale di Niguarda
1- Milanesi Riccardo di Amedeo anni 17 via Baldarino 30 –
2- Castoldi Luigi di Carlo anni 29 – Monza, via Lecco 69
3- Brambilla Ettore di Riccardo anni 48, v. Gran Sasso 5
4- Terrana Giorgio fu Sante anni 26, corso Buenos Aires 92
5- De Ponti Ferruccio fu Luigi anni 28, v. Accademia 53
Feriti medicati e ritornati ai loro domicili
6- Passera Umberto fu Giuseppe, anni 51 – v. Friuli 65 – Milano
7- Passera Guido fu Giuseppe, anni 46 – v. Friuli 65 – Milano
8- Abbia Arnaldo fu Francesco, anni 29, corso Buenos Aires 25 – Milano
9- Cattaneo Luigi fu Giovanni, anni 14, viale Monza 9 – Milano
10- Robbiati Achille fu Carlo, anni 48 – viale Abruzzi 84 – Milano
11- Caporale Magg. Kuhn Heinz, ferito leggermente alla guancia destra.