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Eutanasia. Il Piemonte dice No al referendum che la favorirebbe

La regione Piemonte contro l’eutanasia Con 23 voti contrari, il Consiglio regionale del Piemonte si è espresso negativamente sulla proposta di aderire al referendum abrogativo dei Radicali portato in aula da Liberi Uguali e Verdi che, se approvato, depenalizzerebbe l’eutanasia in Italia. Si può ottenere di indire un referendum 5 consigli regionali votano di aderire alla richiesta da depositare alla corte della cassazione..

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Il vicepresidente della commissione Sanità Andra Cane

“Depenalizzazione dell’eutanasia – ha detto nel suo intervento a Palazzo Lascaris il consigliere del gruppo Lega Salvini Piemonte Andrea Cane – significa trasformare in atti legali e compassionevoli reati oggi puniti dal codice penale, come l’omicidio del consenziente. Personalmente difendo la vita in ogni sua fase e forma e condivido e appoggio pienamente l’appello di Claudio Larocca, presidente della Federazione Centri di Aiuto alla Vita e Movimenti per la Vita di Piemonte e Valle D’Aosta”.

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“Noi riteniamo che la dignità di ogni persona permanga in ogni circostanza, intatta e intangibile – ha citato il vicepresidente della commissione Sanità Andrea Cane -, la dolce morte non difende la dignità del malato né ha a che fare con la vera compassione che invece è solidale con il sofferente e non lo sopprime, mirando piuttosto ad alleviarne la sofferenza.

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E su questo voglio insistere per porre l’accento sul miglioramento della terapia del dolore, dal momento che a settembre ripartirà il coordinamento regionale della rete piemontese delle cure palliative, che anche a causa della pandemia era rimasto bloccato per molto tempo: ringrazio quindi per questa ennesima ripartenza della Sanità piemontese l’assessore Luigi Icardi, il direttore generale Minola e il dottor Giovanni Bersano, responsabile dell’Unità operativa di Cure palliative dell’Asl To4”.

“Un grazie – ha concluso il consigliere Andrea Cane – va certamente a tutti i medici che ogni giorno difendono la Vita, quella con la lettera maiuscola, che ritengo debba essere sempre e solo tutelata, senza fare troppi giochi di parole tra diritto alla vita, accanimento terapeutico ed eutanasia, che sono tre concetti ben diversi tra loro”.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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