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Striscia la Notizia. La Meta onlus vince il ricorso contro Comune e polizia locale di Milano

I rapporti fra le associazioni di volontariato e il Comune di Milano sono difficili, la burocrazia che le riguarda è confusa e contraddittoria, ma quello che non si pensava è che i dipartimenti della polizia locale si lasciassero influenzare dai servizi televisivi di Striscia la Notizia che, per quanto pungenti, divertenti e di successo, non hanno a che fare nè con indagini, ne con le leggi, nè tantomeno con giornalismo di inchiesta.

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Infatti da quei servizi mancano spesso gli approfondimenti, i particolari e la visione globale e completa dei fatti. Di questo sono consapevoli quasi tutti quelli del “mestiere”. Ne diventa ancora più consapevole chi è loro vittima e si trova al centro delle loro trasmissioni televisive. Una cosa è infatti denunciare un reato o una cosa pericolosa, come lo spaccio di droga, un’altra è supporre e attribuire reati e comportamenti illegali e farli passare come certi, specie quando non vi è una legge che supporta il fatto che si tratti di un reato, sia questo penale o amministrativo o d’atro genere

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Comune, polizia locale, che aveva eseguito il sequestro, e Striscia la Notizia, avevano torto

E’ quanto è successo all’ Associazione La Meta che a febbraio 2021 ha vinto un ricorso contro il comune di Milano, nella fattispecie contro la polizia locale milanese. Nel 2018, durante il servizio televisivo di Striscia la Notizia, di cui per completezza di informazione linkiamo il video qui sopra, l’associazione La Meta era stata accusata di vendere oggetti e fare raccolte fondi a fini solidaristici illegalmente. Dopo quel servizio di Striscia la Notizia, l’associazione era stata denunciata dalla Polizia Locale ed erano stati sequestrati gli oggetti che vendevano per effettuare una raccolta fondi da spendere per le attività benefiche dell’associazione stessa.

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  • La meta. Striscia la Notizia. La Meta onlus vince il ricorso contro Comune e polizia locale di Milano - 31/07/2021
  • La meta. Striscia la Notizia. La Meta onlus vince il ricorso contro Comune e polizia locale di Milano - 31/07/2021

L’associazione La Meta Onlus, insieme ai suoi membri, chiedeva il permesso di occupazione del suolo pubblico al comune, che lo ha sempre sempre consesso senza difficoltà perchè la documentazione era in regola, per posizionare dei banchetti di raccolta fondi in cui chiedevano delle offerte. L’associazione Meta onlus si occupa di recapitare pacchi del banco alimentare a famiglie povere e di assistenza ai detenuti. Poco prima del servizio” di Striscia la notizia aveva ha anche organizzato una cena per i senza tetto. “Una attività che non abbiamo continuato a causa del polverone alzato da Striscia la Notizia” ci dice il cantante napoletano Carlo Smith, che è socio de La Meta e che è stato anche ripreso durante il servizio di Striscia la Notizia.

La raccolta fondi seguiva la linea guida della Regione Lombardia per la cessione di beni a fini solidaristici, che permette anche di determinare il minimo dell’offerta libera. Le onlus possono effettuare attività commerciale, ma il giudice ha stabilito che in questo caso la Meta non faceva attività commerciale. ma solo un raccolta fondi con cessione di beni, autorizzata dal Comune e che quanto indicato nella richiesta e nel permesso di occupazione temporanea di suolo pubblico bastava a determinare l’attività svolta dall’associazione, che era stata quindi autorizzata.

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Le regole

La cosa importante per le onlus di beneficienza, è quella di rispettare le regole del lavoro. Deve cioè essere chiaro che chi presta la propria opera durante le vendite di beneficienza lo fa come volontario, saltuariamente e che e non ha obblighi o contratti e non riceve uno stipendio, ma solo un rimborso spese.

Lo stesso vale per il regolamento per l’occupazione del suolo pubblico. Ogni associazione può fare raccolte fondi gratuitamente, senza cioè pagare la tassa, per 15 giorni l’anno. Se l’associazione vuole occupare il suolo per più di 15 giorni in più deve pagare quanto stabilito dal regolamento comunale. Inoltre non è determinato quanto deve durare una iniziativa, quindi la raccolta fondi può, ad esempio durare mesi, La Meta Onlus si è attenuta, secondo il tribunale, anche a queste disposizioni, e ha pagato i diritti di occupazione per i periodi che eccedevano il periodo di gratuità.

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La Meta ha vinto il ricorso.

Il giudice ha stabilito, infatti, che la meta Onlus ha rispettato tutte le regole della vendite delle raccolte fondi e che la polizia locale ha effettuato il sequestro della merce in un giorno diverso da quello in cui Striscia la notizia ha effettuato il servizio televisivo. Insomma è mancato l’accertamento diretto ed è stato riconosciuto che La Meta onlus era nel suo diritto di fare raccolte fondi, anche se facevano numerosi banchetti di raccolte fondi durante l’anno.

Era stato contestato anche che i membri della associazione facessero i commercianti, come loro professione, e nel caso di Carlo Smith, anche che facesse il cantante, ma la professione di un volontario non è inerente alla sua attività di volontario per una causa ideale in cui crede. La meta onlus si occupa di assistenza ai poveri.

La cifra che il Comune di Milano è stata condannato a pagare è irrisoria, circa 2000 euro. Non peserà sul bilancio comunale. Sono poco più di mille euro. Non è questo però il punto. Il punto è la metodologia e il fatto che si siano lasciati influenzare, nell’applicare leggi e regole, da una trasmissione televisiva di spettacolo. Ora il Comune ha deciso che le associazioni di volontariato possano raccogliere fondi solo 2 giorni al mese e solo zone predeterminate da un apposito regolamento comunale. La mia fonte di informazioni è la sentenza stessa sul ricorso.

Le onlus milanese in difficoltà per questa scelta

In Lombardia la legge sulle associazioni di volontariato dice che possono finanziarsi con soldi pubblici ( tramite convenzioni con i comuni, per servizi di pubblica utilità) solo fino all’80% del loro bilancio. Per il restante 20% delle spese che sostengono devono finanziarsi con raccolte fondi, e altre attività autonome. Se non sono cene di beneficienza con raccolta fondi, sono banchetti di beneficenza con raccolta fondi. Difficilmente un’associazione di volontariato raccoglie più di 1000 euro ad iniziativa, specie in questo periodo.

Senza considerare che in questo modo le associazioni milanesi non riusciranno a sfruttare a pieno la gratuità dei 15 giorni all’anno previsti dal regolamento cosap, e che si creerà una grande concorrenza fra le tante associazioni milanesi per accaparrarsi i posti previsti dal Comune le associazioni più grandi dovranno trovare altri metodi di finanziamento autonomo perchè le raccolte fondi su pubblica via non potranno garantire la proporzionalità del bilancio. E’ una delle difficoltà procurate alle associazioni onlus in questo periodo.

Poi vi sono le difficoltà burocratiche. Da quanto raccontatomi da Carlo Smith, dell’associazione La Meta, non si riesce più a comprendere dove poter presentare la richiesta dei permessi per i banchetti di raccolta fondi Negli uffici centrali di via Larga a Milano o in quelli decentrati dei municipi? pubblici funzionari e impiegati si rimpallano il problema, come fanno quando non hanno chiaro ciò che possono o devono fare, e intanto le associazioni del Comune di Milano non sanno cosa fare per continuare a presentare la documentazione per espletare le loro attività..

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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