Ossona e Monteviasco: un frammento di Storia
Qualche giorno fa Maurizio Cairati ci ha raccontato un una piccola storia del passato dell’ Ossona del 1956, corredata da tante lettere e foto dell’epoca, che ha poi pubblicato sul suo sito internet. La storia racconta di un giovane sacerdote di Ossona che era stato al centro di uno scandalo di paese e che per questo finì, mandato in esilio per punizione a Monteviasco su ordine dell’arcivescovo Montini ( poi papa Paolo VI). Monteviasco è un graziosissimo quanto isolato paese sopra Varese.
Ancora oggi, MonteViasco è collegato agli altri paesi solo tramite un lunga mulattiera di montagna e dalla teleferica. Si tratta oggi di un paesino famoso come meta di turisti; una piccola icona, tenuta benissimo, di un modo di vivere la montagna. Ebbene, l’esilio di don Luigi si trasformò in un gemellaggio fra Monteviasco e Ossona, tante erano le persone che si recavano dal sacerdote e che lo aiutavano a sistemare e curare la parrocchia dell’esilio.
“Proprio come Don Camillo”, ci ha detto Maurizio.
E proprio come nel romanzo di Guareschi ” Il ritorno di don Camillo”, le accuse rivolte a don Luigi e la sua obbedienza nell’andare in esilio rafforzarono l’affetto degli ossonesi, invece di spegnerlo.
Dalla lettura delle lettere di don Luigi si capisce che il motivo delle accuse rivoltegli avevano una origine “politica”, anche se più legata al conservatorismo di alcune parti del Paese (“Ossona veniva chiamata Città del Vaticano”) rispetto a quelle rivolte a don Camillo, che invece fu mandato in esilio per il motivo opposto. Le simmetrie fra le due storie sono, però, moltissime.
Sia Don Luigi sia don Camillo sono mandati in esilio in montagna; ci sono gli scambi di lettere e il sostegno economico e affettuoso delle comunità di origine. C’è il perdono finale e infine il rapporto continuativo sviluppato dalle due comunità.
Anche nella realtà, Brescello, il paese di Don Camillo, e Rocca di Cambio, in provincia dell’Aquila, in cui furono girate le scene ambientate a Montanara, paese dell’esilio di don Camillo, hanno stretto una salda amicizia.
La storia di don Luigi Sironi finisce bene come quella di don Camillo. Anzi, forse di più perchè dopo che la sua innocenza fu dimostrata, l’arcivescovo di Milano Giavanni Battista Montini, salì a piedi lungo la mulattiera su fino a Monteviasco di persona a comunicargli la sua “liberazione”.
Dopo la fine dell’esilio, però, don Luigi non tornò ad Ossona ma fu mandato a fare il sacerdote nel comune di Luvinate, in provincia di Varese, dove rimase fino alla sua morte nel 1988.
Se volete leggere l’intera storia di Don Luigi e di Monteviasco, le belle lettere che si scambiava con le famiglie di Ossona che lo sostenevano, potete scaricare il file .pdf di Maurizio Cairati, una vita da me…. talmeccanico nella sezione Piccolo mondo antico.
Un’ultima cosa: guardate bene le fotografie che sono sul sito internet di Maurizio e che potete vedere anche qui e se vivete ad Ossona, anche da poco tempo, non potrete fare a meno di riconoscere alcune persone. La cosa vi stupisce? Non dovrebbe: è’ la storia che scorre, dal padre al figlio, insieme a lineamenti dei visi. (Fonte e foto: cairatimaurizio.worpress.com)
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