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Traffico di esseri umani. La badante moldava all’ufficio immigrazione

Milano. I poliziotti dell’ufficio immigrazione di Milano hanno scoperto una donna accusata di traffico di esseri umani dal tribunale della Moldavia e ricercata a livello internazionale. E’ una badante moldava che si è recata ieri mattina in via Montebello per avere un permesso di soggiorno temporaneo a seguito di una pratica di emersione del lavoro. Una storia da brividi.

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Un impiegato attento può fare la differenza, come il poliziotto dell’ufficio immigrazione di via Montebello che effettua i controlli sui tanti documenti presentati dagli stranieri che chiedono i permessi di soggiorno. Il suo lavoro attento ha permesso di individuare una 45enne moldava ricercata per traffico di esseri umani. La donna è domiciliata a Milano dove fa la badante da 3 anni e si è presentata all’ufficio immigrazione della questura di Milano ieri mattina, dove ha tentato di presentare l’istanza di emersione del lavoro per ottenere il permesso di soggiorno temporaneo.

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Una situazione potenzialmente esplosiva

Ufficio immigrazione. tra i tanti si nascondeva anche donna ricercata per traffico di esseri umani
Lunga coda all’ufficio immigrazione nella primavera del 2020, poco prima del lock down di marzo

Immaginatevi, come ho fatto io, quello che deve aver provato il poliziotto impiegato dietro lo sportello quando, inserendo il nome e i dati dei documenti della donna nel sistema della banca dati della polizia e aver dato l’invio, ha visto apparire sullo schermo l’Alert dell’ordine di cattura emesso per il gravissimo reato di traffico di esseri umani. Con sangue freddo e impassibilità il poliziotto ha segnalato l’Alert alla Squadra Mobile, che appena lo ha ricevuto ha inviato degli agenti per arrestare la donna.

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Una operazione portata a termine con molta attenzione perchè potenzialmente pericolosa. E’ infatti avvenuta in un ufficio aperto al pubblico e frequentato da stranieri, che alcune volte hanno con sè i loro bambini ( all’interno dell’Ufficio Immigrazione di Milano c’è anche un’area gioco loro destinata), che devono effettuare le pratiche per l’ottenimento del permesso di soggiorno. Si può considerare un arresto in condizioni difficili.

Gli accertamenti della Squadra mobile

I poliziotti della Squadra Mobile dopo l’intervento nell’ufficio immigrazione hanno svolto degli accertamenti con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e con la Direzione Centrale della Polizia Criminale. Tutti i controlli hanno confermato che si trattava proprio della 45enne nei cui confronti il 30 agosto 2019 il Tribunale di Causeni, in Moldavia, aveva emesso un ordine di cattura internazionale. Terribile il reato dell’accusa: traffico di esseri umani (p.p. art. 165 comma 2 del codice penale moldavo) per il quale è prevista una pena massina di 15 anni di reclusione.

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La cittadina della Repubblica di Moldavia è accusata di aver reclutato e sfruttato tra il 2013 e il 2016, per ragioni lavorative e con lo scopo di effettuare un traffico di esseri umani, alcuni giovani moldavi che erano in condizioni di vulnerabilità psicologica, e che la donna minacciava fisicamente e psicologicamente.

A Milano faceva la badante da 3 anni

Cerco di mettermi nei panni anche di chi la ha assunta come badante negli ultimi tre anni e che le ha affidato i propri genitori. Ora potrebbero esserci anche dei controlli perchè ovviamente si trattava di assunzioni che andavano regolarizzate. Devono aver ricevuto un colpo non indifferente quando avranno saputo dell’arresto e della motivazione per cui l’hanno eseguito. Magari come badante era attenta e amorevole, ma penso faccia un certo effetto sapere di aver dato lavoro e ospitalità ad una ricercata internazionale per traffico di esseri umani.

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In attesa di estradizione

Ora la 45enne moldava si trova nella casa circondariale di San Vittore a Milano e vi rimarrà in attesa che la corte d’appello di Milano prenda una decisione in merito alla sua estradizione. L’arresto infatti è avvenuto su indicazione dell’ordine di cattura internazionale per permettere l’estradizione come previsto dagli articoli 715 e 716 del codice di procedura penale italiano.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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