Nel piazzale della stazione di Certosa c’è una intera piantagione di marijuana
Milano. Quando si scende dal treno alla stazione di Certosa si è accolti dall’odore forte e penetrante della marijuana, che colpisce le narici piú del Covid 19.
Spaccio in Stazione
Lo spaccio è indisturbato, alla luce del sole, anzi del tramonto visto che sono le 16. 45 e il sole nella Milano novembrina è quasi calato. Sento l’odore penetrante, vedo le cessioni, lo scambio di denaro, ma mi manca la tempra di Brumotti. Passo in mezzo agli spacciatori ma sono da sola e vado via veloce seguita dalla scia dell’odore di marijuana che invade la piazza.
Ho la tentazione di chiamare il 112 ma vedo un soccorritore, di uno di quei gruppi che tentano di recuperare piccoli spacciatori e drogati. È in tuta arancione, seduto di fronte ad un ragazzo di colore che non arriva ai 17anni. Sta prendendolo con pazienza e calma. Non serve che io chiami il 112. Che questa è una piazza di spaccio, lo sanno già.
Vado a prendere il tram pensando che, possono raccontarla come si vuole, ma Quarto Oggiaro e Certosa non sono cambiati. Qui la droga e il degrado scorrono ancora come un fiume. Anzi, ci ristagnano, vista la nauseabonda puzza di droga. Il covid 19ha reso un deserto tutta la città meno che i luoghi dello spaccio.
Ripasso dalla stazione dopo meno di un’ora. La sera è calata. I ragazzi non sono gli stessi. Ora hanno tutti uno stile che richiama la Giamaica. Rasta, bonghi e musica reggae. Però l’odore di marijuana non è andato via. È ancora lì e sprigiona dalle nuvole di fumo bianco che avvolgono i ragazzi.
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