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Il generale Jacopo Mannucci Benincasa al comando dell’Arma a Milano. “Se avessi potuto scegliere, avrei scelto Milano”

Il discorso alla stampa durante la presentazione avvenuta ieri che il Generale Jacopo Mannucci Benincasa, nuovo comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri di Milano è parso una dichiarazione di guerra alla nuova ‘ndragheta, definita subdola e pervasiva, la ‘ndrangheta del compromesso, che non sfida le leggi, ma che trova il modo di sfruttarne i difetti per piegarla al servizio dei propri affari malvagi.

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Ieri mattina, alla caserma di via della Moscova, Caserma sede del comando provinciale, l’incontro di presentazione, e di conoscenza, fra la ventina di cronisti di cronaca nera che operano fra Milano e la provincia e il nuovo comandante. Un rapporto che, come quello con la questura di Milano dura da anni e che porta a migliorare il servizio di informazione ai cittadini Un rapporto importante fra chi offre servizi pubblici, cioè da una parte i giornalisti e dall’altra i professionisti della sicurezza. Ognuno con le sue regole e con i suoi equilibri, ma entrambi al servizio della società e della democrazia.

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Il generale Mannucci Benincasa è alla sua prima volta a Milano da comandante

generale Jacopo Mannucci Benincasa

Mannucci Benincasa ha raccontato che ci veniva quando, circa 20 anni fa, era chiamato come consulente dai giudici dei primi processi per ‘ndrangheta, in quanto comandante dei Carabinieri di Bianco, comune della Locride, in provincia di Reggio Calabria. C’era la necessità di capire la mentalità e organizzazione di cosche, famiglie e locali.”Oggi la ‘ndrangheta non è più la ‘ndrangheta militare” una frase che a me, milanese, ha fatto riflettere. Ho sempre visto la ndrangheta come una associazione di grandi delinquenti che trafficano nel buio, con una notevole capacità di imporre delle sue regole fra i calabresi, anche quando si spostano in altre regioni.

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Il video

Una organizzazione che riusciva a rapinare, commerciare in droga e armi, uccidere e sequestrare in barba allo stato italiano, ma che non riusciva, e difatti non ce la ha fatta, a coinvolgere i lombardi nel loro “sistema”. Perlomeno fino al 2013, quando la vicenda del consigliere regionale Zambetti porto alla scoperta di un tentativo di infiltrazione ai più altri livelli politici lombardi. Non ne avevo mai colto la forza militare fino a ieri, quando la ha sottolineata con molta tranquillità il Generale Mannucci Benincasa. Eppure è vero. Molte azioni della ndrangheta sono così difficili da estirpare perchè hanno un’organizzazione strategica mirata alla destabilizzazione dello stato.

Il comandante Mannucci Benincasa ha fatto notare come oggi la ‘ndrangheta sia cambiata, come cerchi di infilarsi nei consigli comunali e nella politica locale e nel tessuto economico e come sia necessario batterla anche lì, dove cerca il compromesso, per riportare l’ambiente alla legalità. Il Generale Mannucci Benincasa non è al suo prima comando provinciale, ma ha già condotto la provincia di Messina, anche se è al suo primo comando sopra al Po. “Si è scelto di dare il comando provinciale di tre grandi città a Generali che non fossero alla loro prima esperienza. Se avessi potuto scegliere avrei scelto Milano. Non ho scelto io, ma ne sono contento.”

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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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