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Caso Piemonte o Caso Report? La risposta di Andrea Cane alla trasmissione di Rai 3

Torino. Il consigliere regionale piemontese Andrea Cane si è definito disgustato dall’attacco arrivato alla Regione Piemonte da parte della trasmissione televisiva Report, su RAI 3. Ecco la sua risposta.

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Se non fossimo in questo secolo, durante una pandemia…

Se non fossimo in questo secolo, se non ci trovassimo nel pieno di una pandemia, se nel mondo non si parlasse di scenario di guerra, resterei quasi affascinato dall’utilizzo da parte della Sinistra, sia essa di Governo o sia essa di Opposizione, dell’ars bene loquendi, di quell’arte del vuoto eloquio che disturbava Benedetto Croce e che oggi si estrinseca nell’uso manipolatorio di una fraseologia ingannevole.

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Ma leggere oggi su giornali e social la retorica di colleghi in Consiglio Regionale o peggio ancora di Deputati del PD che inneggiano a trasmissioni ideologizzate come Report che ieri sera hanno travisato la realtà costruendo a tavolino il cosiddetto “Caso Piemonte”, da un lato mi disgusta e dall’altro mi obbliga alla risposta.

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Non si distrugge un sistema sanitario in 8 mesi, ma nemmeno lo si crea…

Parto dal fondo, un comunicato congiunto delle forze di Maggioranza dei giorni scorsi in cui si dichiarava chiaramente che in 8 mesi, un sistema sanitario non si distrugge, ma altresì non si crea. E dalla giornata odierna, in cui reduce dalle bordate della trasmissione Report, il Presidente Cirio commenta che la perdita delle mail di segnalazione ai SISP dei sospetti infetti “deve essere una lezione per tutti”. I SISP, servizi di igiene piemontesi, dovevano essere gli interlocutori di quelle mail e avevano 450 addetti quando le giunte Saitta e Chiamparino hanno lasciato la gestione della Sanità regionale.

Erano 450 quando è scoppiata la pandemia e sono 800 oggi. I laboratori in grado di processare i tamponi, dato ribadito alla nausea ma mai citato dagli abili parolieri del servizio di Stato, erano 2 a febbraio, sono 19 oggi.

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Polemica orchestrata da chi sul sistema sanitario piemontese ha usato la mannaia

E di dati del genere sono pieni i giornali, i social, le sedute d’aula. Ma alziamo lo sguardo dalla polemica locale orchestrata da quelli che non l’altro ieri, politicamente parlando, ma ieri, non hanno sforbiciato il sistema sanitario piemontese, ma lo hanno letteralmente gestito a colpi di mannaia per tanti anni: gli stessi rappresentanti di partiti politici della peggior sinistra piemontese che ora si strappano le vesti davanti a 7 mesi e una pandemia, perché l’accadimento di cui stiamo parlando riempirà i libri di storia e ha un nome e un cognome e dei contorni drammatici!

Ma torniamo a ciò che si può inventare a tavolino per screditare un lavoro alacre, un gruppo coraggioso, determinato e capace di chiedere aiuto: pensate che qualche ora prima della messa in onda del servizio dal titolo programmatico “Pasticcio Piemonte” da parte di Rai3, un giornale alessandrino raccontava la costruzione di una fake news per attaccare un ospedale perfettamente funzionante, oggetto del montaggio di un servizio in cui di fronte al bar era fatta vedere una presunta sala d’aspetto, dove dovevano esserci pazienti in attesa di tampone.

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La sala d’attesa che non c’è all’ospedale di Alessandria

La realtà che gli alessandrini conoscono è che di fronte al bar ci sono due corridoi e non vi è traccia di quella sala d’aspetto, senza contare che Report ieri sera si è anche accurato di omettere che ogni ospedale può avere bar aperti in tutta Italia, per il semplice fatto che il personale sanitario non vive di sola aria! Vale un excursus rapido anche la regia del “Caso Piemonte”, che ha visto addirittura chiedere il commissariamento della Sanità regionale. Sono freschi i dati de Il Corriere della Sera sull’uscita delle singole zone d’Italia dal contagio.

Anche qui il Piemonte arriva prima dell’Emilia di Bonaccini nelle date di normalizzazione del fenomeno epidemico. E ieri l’Emilia piangeva il dramma di altri 56 morti, senza dimenticare i morti per Covid nelle Rsa, dove sempre in Emilia Romagna ci sono dati peggiori insieme al numero totale di morti e contagiati: se questi sono i risultati dei circa trentamila tamponi effettuati in più nella rossa Emilia Romagna, perché gli esperti del PD non vengono a spiegarci i pessimi risultati avuti nella loro Regione o magari un giorno ci spiegheranno che non necessariamente l’equazione “più tamponi= meno morti e contagiati” funziona ovunque in modo efficiente?

Purtroppo mi spiace invece constatare che la Sinistra non impara, preferisce far nascere polemica dalla Fenice sanitaria lasciata in Piemonte proprio da loro.

E la truffa Consip?

Oggi non si è parlato tanto della truffa Consip orchestrata da un imprenditore vicino al M5S, che ha lasciato anche i medici piemontesi senza le loro dotazioni o del caso appalti con forniture-fantasma della Regione Lazio, ennesimo segnale che denota il diverso modo di trattare le notizie da parte di una certa stampa a seconda di chi governa.

Mi auguro che non debbano più ripetersi certi sciacallaggi mediatici sulla tv nazionale e che si badi invece a pensare che in Piemonte, come del resto in tutta Italia, occorra puntare al rafforzamento della Sanità Territoriale, fondamentale per combattere la pandemia: una fase che purtroppo in Piemonte era incompleta, con riduzioni di ospedali e territorio, non accompagnati in modo efficiente con la crescita della fase territoriale.

Importante potenziare

Concordo quindi con il collega in Commissione Sanità Prof.Stecco quando afferma che questi 60 giorni ci hanno evidenziato che bisogna potenziare tutta una serie di strutture e di attività, snellire procedure, far funzionare meglio e in sicurezza l’erogazione dell’assistenza territoriale, residenziale, domiciliare e di prossimità, ottimizzare i SISP.

Fiducia nell’ assessore Icardi, non in Report

Ribadisco infine ancora una volta la piena fiducia nei confronti dell’Assessore Icardi che ha ben operato fino adesso con passione, serietà, competenza e correttezza, qualità che non ho sicuramente rilevato ieri sera nella puntata in prima serata di Report, avendo dovuto assistere ad un pessimo esempio di montaggio a tavolino di un servizio ad hoc per meri fini di servilismo giornalistico atti a screditare gli avversari politici.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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