Videoconferenza. Spacciatore arrestato e la direttissima si fa con un processo in via telematica
Corsico. Spacciava droga ai rari passanti in via Alzaia Trieste. Sorpreso dai carabinieri, è stato portato in camera di sicurezza, poi il rito della direttissima è diventato il rito del processo in via telematica. Il giudice in videoconferenza.
Si spera che rimanga qualcosa di positivo dall’esperienza della terribile pandemia da Covid 19. Uno è il processo per via telematica. Il giudice è a casa, o in tribunale, collegato in videoconferenza con l’accusato in camera di sicurezza, il suo avvocato, le forze dell’ordine che lo hanno sorpreso in flagrante di spaccio e il processo e la condanna arrivano in una decina di minuti. Via uno sotto l’altro, senza spostamenti, se non quelli per l’esecuzione della condanna. Ovviamente non può funzionare per ogni tipo di processo, però in questi casi sembra essere un vantaggio. Il problema è la pena. E’ ben raro che i condannati rispettino gli arresti domiciliari, quando non rispettano neppure la quarantena.
Uno dei primi a sperimentare il rito della direttissima, il processo, in via telematica è stato uno spacciatore che, ieri pomeriggio, è stato sorpreso di carabinieri della stazione di Corsico in via Alzaia Trieste mentre stava cedendo delle dosi di stupefacente a dei “clienti” occasionali. È un 24enne italiano già noto alle forze dell’ordine. Al momento del fermo era in possesso di 30 grammi di marijuana e 35 grammi di hashish, suddivisi in dosi, e denaro in contanti. Nella sua abitazione, durante la rituale perquisizione, è stato trovato materiale utilizzabile per il confezionamento e la pesatura delle dosi, e 2500 euro in contanti.
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