Diario di un malato di Covid 19. Ats, i vicini, il medico e la polizia locale
Ecco la seconda pagina del Diario del mio amico che si è ammalato di Covid 19, insieme alla moglie infermiera, e che ha deciso di raccontare al sua esperienza man mano che la vive. Trovate la prima pagina su Diario di un malato di covid 19. Quando il virus entra in casa
Ben ritrovati,
ci eravamo lasciati con l’invito del medico di base, con il quale abbiamo una verifica giornaliera, a telefonare ad Ats per la segnalazione e per sottoporci alla loro intervista, cosi abbiamo fatto: un operatore dopo essersi sincerato dello stato di salute, spiegato come dovevano avvenire i contatti all’interno della famiglia (che attuavamo gia’ da almeno 10 giorni) ha raccolto i dati di tutti i componenti.
La chiamata di Ats
Dopo 3 giorni Ats (Agenzia Tutela della Salute) telefonicamente chiama mia moglie, dopo aver chiesto e spiegato il caso e i nostri comportamenti, comunica che solamente lei (l’unica che ha effettuato il tampone) è sottoposta ad isolamento domiciliare. Lo stesso giorno riceviamo la visita a debita distanza (la prima di una persona) di un agente di polizia locale che, dopo averci lasciato un opuscolo conoscitivo e con i numeri utili, comunica che da quella data (senza un termine temporale) faranno una verifica a domicilio della presenza di mia moglie.
L’isolamento domiciliare per Covid 19
Due giorni dopo riceviamo due telefonate da parte di Ats (sempre con operatori diversi dei quali alcuni non si qualificano), dopo la solita trafila di domande e risposte, ci annunciano che anche io e i miei figli siamo obbligati ad isolamento domiciliare, i figli (asintomatici) fino a 14 giorni dalla data del tampone della moglie, io fino a 14 giorni dopo la scomparsa dei sintomi; da quel giorno gli agenti della polizia locale controllano la presenza quotidiana di tutti i componenti della famiglia.
Dopo aver appreso che ora giustamente non possiamo uscire di casa, ci siamo organizzati per fare in modo che arrivi direttamente a casa tutto quello che ci occorre.
Abitando in condominio abbiamo dovuto spiegare ai condomini (collegati con una chat), allarmati dalla presenza degli agenti, che siamo posti in quarantena per la positività al Covid 19; devo dire che alcuni hanno appreso la notizia con terrore, altri hanno dimostrato vicinanza e disponibilità ad aiutarci.
Qualche considerazione
Tutto si svolge
1) senza una visita a domicilio, sia del medico di base sia di Ats, che verifichi le condizioni fisiche.
2) Con la mancanza di comunicazione e coordinamento fra medico di base e Ats, fra Ats e polizia locale, servizi sociali e associazioni del territorio
3) questa situazione di emergenza (covid-19) ha messo in luce le carenze di risposta della sanità territoriale, in Atscad esempio non esiste una persona a cui fare riferimento ma operatori diversi che a volte danno risposte diverse.
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