Arrestato Antonio Barbaro. Smantellata la terza generazione della ndrangheta a Corsico
Dopo 7 mesi di lunghe e dure indagini da parte della compagnia dei carabinieri di Corsico, questa notte a Vipiteno, sul confine con l’Austria, è stato arrestato Antonio Barbaro, 33 anni. E’ il fratello di Francesco Barbaro, già condannato e incarcerato per altri fatti.
Antonio Barbaro ne aveva raccolto il testimone e si era messo al vertice della organizzazione che dirigeva il traffico di cocaina. Era diretto in Germania, e aveva con sè solo 5mila euro. Nonostante il traffico di stupefacenti, lui e la sua organizzazione avevano a disposizione al massimo 60 mila euro. Troppo pochi, per sostenere le tante complicità malavitose necessarie ad organizzare una vera latitanza e nel contempo riorganizzare il traffico di cocaina. I carabinieri lo hanno arrestato prima che riuscisse ad attraversare il confine.
Con lui è stato catturato anche un altro esponente del clan Barbaro, Salvatore, di 30 anni. Fino a questo momento era incensurato. Durante l’operazione, tra Lombardia e Calabria, sono state arrestate 14 persone, di cui 10 italiani e 4 marocchini. Il gruppo è ritenuto responsabile, in diversi gradi di responsabilità personale, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Fra questi anche Giuseppe Barbaro, di 24 anni, uno dei più giovani rampolli della famiglia malavitosa.
Le indagini
Questa mattina, presso la sala stampa del comando provinciale di Milano dei carabinieri, sono intervenute le autorità giudiziarie insieme ai vertici dell’Arma. Da Alessandra Dolci, dirigente della Direzione investigativa antimafia, al Pubblico Ministero David Monti, al tenete della compagna di Corsico che ha effettuato le indagini.
Alessandra Dolci ha aperto la conferenza stampa con delle frasi molti forti e decise, e con moltissimi ammirati complimenti ai carabinieri di Corsico. ” è una compagnia i cui uomini sono chiamati a controllare un territorio colonizzato dalle famiglie malavitose” ha detto Alessandra Dolci, sottolineando quali fossero state le gravi difficoltà incontrate dai militi.
E’ bello sentire un magistrato che non parla di mafia lombarda, ma che la chiama con il suo nome: colonizzazione. Infatti si è arrivati alla terza generazione di presenze, che deriva da un gravissimo errore tattico fatto negli anni settanta, con il trasferimento dei domicili coatti delle famiglie mafiose, o della ndrangheta e della camorra, nei comuni dell’hinterland delle grandi città della Lombardia, dove il fenomeno mafioso era sconosciuto.. Una decisione che, secondo i fini strateghi di quei tempi, doveva portare alla eradicazione dei rapporti familiari e che invee ha trasferito il problema e consegnato un terreno vergine alle angherie delle mafie.
I fatti
I carabinieri sono riusciti ad individuare l’organizzazione, mapparla e individuarne i vertici e decapitarla. Molti cittadini di Corsico hanno aiutato, più volte e senza stancarsi, i carabinieri, denunciando i casi di spaccio di cocaina al dettaglio organizzato nel quartiere il Quadrato di Corsico ed effettuato da una rete di magrebini. E’ stato però molto difficile. per gli uomini dell’Arma, riuscire a raccogliere le prove documentali necessarie a far partire i provvedimenti giudiziari. I membri del clan Barbaro avevano infatti organizzato una rete di sentinelle, e riuscivano persino a mettere in atto dei pedinamenti degli investigatori. Tempo fa vi erano stati dei casi in cui i malavitosi riuscivano a segnalare ai loro complici quando le pattuglie uscivano dalla caserma. Cionostante alla fine, la profonda conoscenza del territoio ha permesso di individuare dei covi, che fungevano da magazzini di droga. Uno di questi era la casa di tal Francesco Truglia, 49 anni.
L’uomo era già in carcere ma aveva messo a disposizione dei Barbaro il suo appartamento, in una palazzina Aler, costantemente sorvegliato da dalle vedette. Non sono bastate però, perchè i Carabinieri sono riusciti a installarvi delle telecamere con cui hanno ripreso tutti i movimenti che avvenivano all’interno dell’appartamento. SI hanno immagini persino della lavorazione della droga. Durante una irruzione sono stati trovati 800 grammi di cocaina purissima. Dopo quel momento di difficoltà, l’organizzazione ha però trovato la forza di ricompattarsi e ha eletto a magazzino una officina meccanica puntualmente scoperta dai carabinieri.
L’organizzazione
“E’ più importante, mappare e colpire l’organizzazione del traffico che fare gradi sequestri di droga” ha detto il pubblico ministero David Monti. ” Ci tengo ad evidenziare la sinergia fra le istituzioni e il forte controllo del territorio.” ha aggiunto il Tenete. “Seguire i fratelli Barbaro non è stato semplice”. infatti i tre fratelli si muovevano fra la loro terra d’origine, Platì, in Calabria, e Corsico, utilizzando diversi veicoli e vanificando cos’ i dispositivi piazzati dai servizi di osservazione. L’organizzazione del traffico di droga prevedeva un vertice gerarchico, costituito da Antonio Barbaro e da Salvatore e Giuseppe. Sotto di loro erano i galoppini, che fungevano da ufficiali di campo, e dirigevano il traffico all’ingrosso della droga. infine c’erano i distributori, gli spacciatori al dettagli, tutti marocchini.
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