Spruzzano il Peperoncino a scuola. E’ giusto giustificare i ragazzi che lo usano per fare degli scherzi?
Milano, via padre Salerio. Intorno alle 13, in un’aula scuola superiore professionale, qualcuno ha spruzzato dello spray al peperoncino. Scartando che lo abbia spruzzato un insegnante è facile immaginare che sia stato uno studente. Forse lo ha usato per fare uno scherzo ai primini. E’ una ipotesi, ma quanto successo permette di fare una riflessione. Giustificare e classificare il fatto come una ragazzata, oppure prendere la questione sul serio e far passare dei brutti quarti d’ora ai colpevoli?
Circa la metà dei 25 studenti presenti nell’aula al momento dell’incidente ha avuto problemi respiratori e irritativi. Sono tutti ragazzi del primo anno, e hanno circa 14 anni. Chiamato il 112 sono stati assistiti dal personale sanitario di Areu. Le condizioni di salute dei ragazzi non destano particolari preoccupazioni, anche se una ragazza che ha problemi di asma è stata controllata con maggior attenzione. Sul posto era presente, oltre all’ambulanza, anche un’automedica. La polizia di stato ha effettuato le indagini per comprendere la dinamica dei fatti. Questa è la notizia.
La riflessione
Quello che doveva essere uno strumento di difesa, dedicato specialmente alle persone che hanno più difficoltà a difendersi dalle aggressioni vere, quando è nelle mani sbagliate, può diventare uno strumento di offesa. Crescono i casi in cui c’è chi lo spruzza a scuola o nelle discoteche. E’ scambiato per uno scherzo, ma finisce per causare degli incidenti molto seri. Il panico e l’irritazione agli occhi possono creare momenti di panico. I responsabili spesso sono ragazzini, che forse non hanno piena coscienza delle conseguenze che possono avere i loro atti. Che cosa farne? Trattarli come persone responsabili dei danni che causano oppure come bambini e declassare questi casi in ragazzate?
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