Polizia in Europa? Un convegno tecnico sulla cooperazione fra i corpi di polizia
Milano. Sala Gaber a palazzo Pirelli. Dopo il convegno sulla cooperazione internazionale fra i corpi di polizia, il prefetto Vittorio Rizzi ha parlato della cooperazione fra i corpi di polizia europei.
Quello di ieri è uno degli incontri di un ciclo di conferenze destinato agli operatori delle forze dell’ordine, da tenersi su tutto il territorio nazionale, organizzato dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale. Lo scopo è l’aggiornamento degli operatori sulle pratiche da seguire nel campo dei metodi, delle buone pratiche e degli strumenti per scambiarsi informazioni fra corpi di polizia di paesi diversi durante le indagini internazionali. Indagini che sono sempre più frequenti data la facilità di spostamento delle persone che caratterizza il mondo globalizzato.
Lo SCIP, il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, lavora in sinergia con le forze di polizia territoriali e queste sinergie hanno portato all’arresto di latitanti che erano fuggiti all’estero, alla disarticolazione delle organizzazioni che trafficano in droga, e all’assicurazione alla giustizia delle reti di criminali globali. Tra i successi operativi multilivello più conosciuti ci sono la sala operativa dello Scip in occasione di Expo 2015 e l’estradizione di Cesare Battisti.
Si occupa di tessere collaborazioni fra corpi di polizia sui temi del terrorismo, del traffico di droga e di armi, del cybercrime e anche di traffici di persone. La particolarità della conferenza era che tutti i corpi che si occupano di sicurezza in Lombardia erano presenti, anche la polizia locale milanese.
Le difficoltà
La conferenza era destinata solo agli addetti ai lavori ma non è difficile immaginare quanto sia delicato e difficile organizzare delle cooperazioni con paesi che hanno ordinamenti giuridici molto diversi da quello italiano. Ad esempio nel resto dei paesi Europei i reati di mafia non esistono, non sono contemplati dagli ordinamenti giuridici, perchè la mafia è un fenomeno siciliano, anche se i mafiosi si spostano come tutti e applicano le loro regole anche negli altri paesi.
In alcuni altri non esiste il garantismo sulla libertà che esiste in Italia, che è poi quello che non permette di incarcerare le persone fino a condanna avvenuta. I processi in Italia sono lunghi, nel resto d’Europa molto corti. Poi è la differenza dei gradi di giudizio, quella sulle tipologie di reato e anche quelle sulla gravità del reato e la differenza delle pene.
Una serie di difficoltà davvero importanti che potrebbero portare a pensare che tutto sarebbe più facile se tutte le legislazioni fossero uguali, e se i paesi comunitari si integrassero in modo completo, anche con il sistema legislativo. In realtà non è questo lo scopo e non è nemmeno possibile arrivare ad una tale soluzione. L’unificazione delle leggi impedirebbe, infatti la possibilità di garantire la sicurezza reale delle persone terriotiro per territorio.
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