Armi al Gabbiano. Le teneva per prevenire “questioni etniche”
Pioltello. Durante una perquisizione all’interno del circolo il Gabbiano, nella città Satellite, i carabinieri della tenenza locale al comando del tenete de Mateis hanno trovato due pistole. Una proveniente da un furto avvenuto a luglio in provincia di Como, e una piccola pistola del 1910, un vero reperto storico, di marca Industrie d’armi Galesi, perfettamente funzionante con caricatore e alcune munizioni. La pistola storica è di fatto un’arma clandestina perchè non era mai stata censita.
Quella raccontata dai carabinieri di Pioltello è una storia piena di particolari interessanti. La città Satellite è un luogo popoloso dove vivono molti stranieri, ci sono tanti appartamenti sono vuoti perchè i proprietari non sono riusciti a pagare i mutui e questi diventano rifugio di persone che devono nascondersi. Qui ha aperto, da qualche mese, il circolo sociale il Gabbiano, gestito da due fratelli e diventato un punto di riferimento importante per la numerosa comunità albanese che abita in zona da parecchi anni. Un’attività regolare, ottenuta con tutti i permessi. Nel circolo c’è anche un bar destinato ai soci del circolo.
Nulla di particolare, se non che quando i carabinieri hanno effettuato il controllo hanno visto spuntare sotto la macchina del caffè, avvolta in una pellicola di plastica, una pistola. Si trattava di una pistola Tanfolio in perfette condizioni e con una riserva di proiettili e il caricatore inserito. Un’arma di cui era stato denunciato il furto.
Un oggettino di 100 anni fa, ma ancora pericoloso
Sotto al bancone si trovava, sempre avvolta in un foglio di plastica, una piccola chicca. Una pistola della industrie d’armi Galesi 1910 costruita probabilmente nel 1914, a Trento, con l’impugnatura in cuoio. La fabbrica negli anni ’20 si trasferì a Collebeato in provincia di Brescia. Era specializzata in piccole pistole semiautomatiche. Questa piccola pistola che ha più di 100 anni è affascinante dal punto di vista storico. Non è infatti stata censita, è senza cioè numero di matricola. E’ normale per un’arma così vecchia, essendo stata costruita in Italia prima del 1920, ma d’allora chi la deteneva avrebbe dovuto regolarizzarla. Chissà come è finita alla città Satellite e chissà dove era prima. Oggi però, dovrebbe stare nella vetrina di un collezionista, o meglio ancora, in un museo.
La spiegazione sulla presenza di quelle armi
Il titolare del circolo si è preso la responsabilità del possesso delle due pistole. La spiegazione data ai carabinieri è che, insomma, non si fidava molto dei suoi compaesani. Si trattava quindi di armi tenute per una possibile difesa personale. Pare che tanto tempo fa in Albania ci fossero stati dei problemi che avrebbero potuto ripetersi in Italia e che avrebbe preferito prevenire. Tutta la storia è lo spaccato di una una situazione sociale che potrebbe definire “vivace”
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