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Ossona, via Baracca: l’aria che tira nella pensilina dell’Autobus

Si sa che i trasporti pubblici in questo periodo non sono il massimo e che, oltre ai ritardi, ci sono anche i problemi di affollamento, il troppo freddo o il troppo caldo, ma quando parliamo dell’aria che tira nella pensilina dell’autobus di via Baracca ad Ossona, parliamo proprio degli spifferi che si creano per la mancanza di pareti della pensilina stessa.

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Avete in mente quelle belle pareti in plexiglass resistente che impedisce al vento e alla pioggia di raggiungere gli infreddoliti passeggeri che, specie in inverno, aspettano l’autobus?
Bene, ad Ossona non si sono più.
Sono sparite, lasciando la pensilina di via Baracca nuda e spartana, al punto che potrebbe persino passare per un’opera d’arte moderna, con le sue forme stilizzate e crude: il monumento al passeggero.

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Ho mostrato ad alcuni abituali passeggeri degli autobus la fotografia della pensilina alla fermata di via Baracca; volevo raccogliere il loro parere sulle condizioni in cui si trova, per vedere se si poteva fare qualcosa per farla sistemare.
Purtroppo i passeggeri abituali hanno già superato il momento psicologico delle lamentele e si sono rassegnati allo stato attuale delle cose. I più vivaci mi hanno risposto: “guarda, ringraziamo il cielo che c’è almeno quella; se guardi dall’altra parte della strada non c’è nemmeno il tettuccio.”

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Guardo dall’altra parte della strada, di fronte a villa Orsi e noto che in effetti, oltre al fatto che non c’è riparo, le righe della fermata sono consumate e delle macchine ci erano state parcheggiato sopra.
Come dare torto al passeggero stanco e rassegnato? Meglio la pensilina stilizzata, allora. Se c’è la pensilina, forse c’è anche la speranza che qualcuno la ripari.

Io, però, continuo a sognare le fermate d’autobus che vedo in altri paesi, dove gli autobus non passano più nelle piccole strade di paese, ma all’esterno, e le fermate hanno vicino un piccolo parcheggio, la pensilina per i passeggeri con le panchine, un alberello o due, e persino le capannine coperte in cui lasciare le biciclette con cui ci si è recati alla fermata dell’autobus.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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