No alla Violenza sulle donne. Meglio essere pratici
Ossona, è venerdì sera. Questa sera c’è la lezione teorica al corso di autodifesa femminile organizzato alla palestra Pertini dalla Guardia Nazionale. Si parlerà di autodifesa ma anche di cosa è consentito fare e cosa no. Della legittima difesa e di come non eccedere.
E’ una questione pratica, che va molto al di là delle parole e dei riti di una ricorrenza come quella festeggiata di questi giorni. Dire di no alla violenza sulle donne è qualcosa che va al di là dei semplici slogan. Alle volte saper dare un bel pugno nel plesso solare di un prepotente è molto, ma molto meglio. Serve moltissimo anche sapere di poterlo fare. Ve lo dico per esperienza diretta. Ieri pomeriggio, durante l’incendio in vicolo sant’Ilario, un uomo, un bassotto con la barbetta, che non riusciva a contenere la salivazione e con il modo di fare dei mafiosetti, mi ha aggredito verbalmente e a tentato di impedirmi di scattare due innocenti fotografie.
Violenza sulle donne
Ce l’aveva con le giornaliste, donne. Un idiota? Di sicuro, dato che lì a pochi passi c’erano i carabinieri. Ho fattto fatica, ma ho resistito alla tentazione di assestargli un paio di colpi. Certo se avesse fatto anche solo il gesto di alzare una mano avrebbe avuto quel che, secondo me, cercava. E’ importante imparare anche a reagire solo quando serve reagire, anche per una donna.
Di certo però c’è da fare una lunga riflessione sulla vivibilità e sulla sicurezza di Ossona, specie di piazza Litta. Due passi dal municipio e il controllo del territorio è di tutti, meno che dell’amministrazione comunale e delle istituzioni.
Chi aggredisce i giornalisti ha sempre molto da nascondere e che vuol continuare a nascondere. Cose che vuol continuare a fare impunemente. E a Ossona, ormai è chiaro, va recuperato il controllo della sicurezza pubblica che manca pericolosamente.
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