Documenti falsi. Diceva di essere una giovane polacca ma era una più che trentenne ucraina
Ossona – Lo scorso 4 marzo la polizia locale di Rho ha fermato una giovane donna polacca, abitante a Ossona. Viaggiava su un’automobile con l’assicurazione scaduta e intestata ad un uomo senza patente e residente in un campo rom. Poi la sorpresa. Non era polacca, ma era una trentenne ucraina. L.V. che aveva diversi precedenti per reati commessi in italia.
Quando la polizia locale di Rho ha fermato la donna, questa ha presentato una patente e un documento di identità polacchi e che risultavano perfettamente in regola. C’era però qualche incongruenza fra patente e documento di identità. Inoltre la donna guidava un’automobile intestata ad un uomo senza patente, intestatario di molte automobili e che risiedeva in un campo di zingari. Arrestata e portata in questura, la donna è stata identificata. Non si trattava di una giovane polacca, ma di una trentenne ucraina, L.V., con sulle spalle precedenti per reati commessi in Italia. E’ risultato che risiedeva ad Ossona presso dei parenti, da parecchi anni. Non è chiaro se questi parenti abbiano dichiarato la nazionalità polacca o quella ucraina e se siano in possesso di documenti falsi.
Da anni abitava ad Ossona con documenti falsi
Fino a questo momento, la donna era riuscita a sfuggire alla giustizia nascondendosi a Ossona, insieme ai suoi parenti. Quanti sono i delinquenti che hanno scelto di nascondersi a Ossona? Quanti hanno dichiarato identità false? Cosa si scoprirebbe con un controllo dei documenti di tutti gli stranieri abitanti ad Ossona? L’ucraina, comunque, è stata processata per direttissima e condannata ad un anno di prigione. Al termine della condanna sarà riaccompagnata al confine con il suo paese. Avrà anche il divieto di rientrare in Italia per 5 anni. Visto, però, lo scandaloso domicilio coatto concesso da un giudice al Marocchino con lo stesso divieto ( Scarpette rosse. Storie di delinquenti senza pena certa) gli ossonesi hanno ben poco di cui essere tranquilli.
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