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Discarica. La rivolta dei sindaci. Interviene anche Mezzi

Busto Garolfo – Ieri sera nel salone della BCC di Busto Garolfo, i 50 sindaci delle zone omogenee di altomilanese e abbiatense magentino si sono riuniti insieme ai cittadini per ribadire il loro No alla discarica fra Casorezzo e Busto Garolfo. Il sindaco di Rescaldina: “Se c’è bisogno di dormire in tenda, noi ci siamo.” Presente anche Pietro Mezzi nuovo consigliere delegato all’ambiente di città metropolitana.

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discarica, rivolta dei sindaciAlla riunione era presente anche il consigliere delegato all’ambiente, in pectore, di città metropolitana Pietro Mezzi (PD). Sarà nominato il prossimo giovedì, dopo la convalida dei consiglieri metropolitani. Pietro Mezzi ha dovuto sin da subito difendere l’operato della gestione precedente, per quanto gli è stato possibile. Il discorso di Pierluca Oldani , ma soprattutto quello di Sara Bettinelli, sindaco di Inveruno, hanno  lasciato pochi dubbi su quanto accadeva. In sala c’erano all’incirca trenta sindaci dei comuni dell’est Ticino, seduti nelle prime due file.

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Al tavolo c’erano invece, Pierluca Oldani, sindaco di Casorezzo, appartenente ad una lista civica, Sara Bettinelli, sindaco di Inveruno e presidente dell’assemblea dei sindaci dell’ altomilanese (PD), Marco Invernizzi, sindaco di Magenta (PD), Susanna Biondi, sindaco di Busto Garolfo (PD) e il presidente del Parco del Roccolo Flavio Colombo. Il moderatore era Oreste Magni dell’Ecoistituto del Ticino. Poi sono state chiamate al tavolo anche le rappresentanti dei comitati anti discarica Casorezzo Busto Garolfo (Eleonora Bonecchi), del comitato Radici nel cielo e di Salviamo il Paesaggio (Giuliana Cislaghi).

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Le colpe di Città metropolitana. Il rilascio della Via con 37 prescrizioni

sindaci pdLa battaglia dei Comuni contro la discarica è nota, con tutti i suoi incredibili passaggi. Compresa la decisione di concedere la Via positiva all’azienda Solter da parte di città metropolitana. Durante la riunione si è fatta un lungo ed esaustivo resoconto della storia. Tutti i sindaci indossavano la fascia tricolore.  Era tutto un charissimo segnale a Pietro Mezzi. Nella Via concessa da Città metropolitana sono indicate 37 prescrizioni obbligatorie. In pratica, è stato detto, Solter dovrà presentare un progetto completamente nuovo, per rispettarle. Inoltre fra le prescrizioni obbligatorie ce ne una che non è una prescrizione. E’ invece una condizione ostativa. Cioè se si presenta non si può concedere la Via. Si tratta della mancanza di 50 metri fra una discarica e l’altra. Il mancato rispetto delle convenzioni precedenti è un’altra causa ostativa alla concessione della Via.

Regione Lombardia ha  indicato anche i metodi con cui questi 50 metri devono essere misurati. Tutte le forze politiche in regione Lombardia, PD compreso, hanno votato una risoluzione contro la discarica. E’ dimostrato che la discarica non serve alla Lombardia, e neppure serve economicamente alla Solter. Su questo punto non è difficile quindi unirsi ai sspetti nati dal fato che Solter è una controllata di Vibeco e che Vibeco ha vinto la gara d appalto dello smaltimento delle ecoballe della campania

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Pietro Mezzi, consigliere delegato all’ambiente in CM

Sara Betinelli, oltre ad essere sindaco di Inveruno presiede l’assemblea dei sindaci dell’altomilanese. Si è presa l’onere, a nome di tutti i 50 sindaci, di mettere in chiaro con Pietro Mezzi quanto erano scontenti delle scelte di città metropolitana. Sara Bettinelli ha detto a Pietro Mezzi che la regione Lombardia ha avuto un atteggiamento costruttivo, mentre città metropolitana non li ha ascoltati. “E’ mancata la politica” , “tutto è stato dato in mano ai tecnici”. Queste alcune delle frasi pronunciate.

Pietro Mezzi le ha ascoltate e ha fatto un discorso pacato cercando di difendere i suoi predecessori. La sua nomina alla città metropolitana ha un suo perchè. Pietro Mezzi, infatti, quando era assessore provinciale all’ambiente, ha fatto un Piano di Governo del Territorio provinciale eccellente dal punto di vista ambientale. sua è la paternità della dorsale verde della Lombardia. Un sistema di parchi e aree protette che congiungerà la valle del Ticino con quella dell’Adda. Forse sarà perciò più propenso ad evitare che i suoi parchi siano riempiti di pattume, napoletano o da qualsiasi altra parte provengano.

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I ricorsi

Attualmente contro la via s sono dversi ricorsi al Tar. Uno è quello del comune di Casorezzo, per le convenzioni non rispettate. Un altro è quello del parco del Roccolo che è d livello tecnico legale, così come il ricorso presentato dai comuni dell’est Ticino. Infine c’è un ricorso al tar dai contenuti ambiental e paesaggistici presentato dai comitati Antidiscarica, Radici nel cielo e Salviamo il paesaggio.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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