Parte l’ Insubria Festival 2016 a Marcallo con Casone
Marcallo con Casone – Dal 22 al 23 aprile 2016 nel parco di villa Ghiotti a Marcallo con Casone, in concomitanza con la festa di San Marco e della ricorrenza culturale celta dei fuochi di Beltaine, torna il Festival dell’Insubria. 4 giorni di musica internazionale che ragruppa nel piccolo paese milanese i popoli europei di cultura celta, fra cui vi sono le tante nazioni padane.
E’ in dirittura d’arrivo l’organizzazione del festival internazionale dell’Insubria che si svolgerà fra il 22 e il 25 aprile, San Marco, a Marcallo con Casone, coincidendo come ogni anno con la festa patronale del paese e con la festa celtica di Beltaine. Il luogo in cui si svolge il Festival, che ha il patrocinio del Consiglio della Regione Lombardia, è il parco di Villa Ghiotti, a pochi passi dalla piazza principale del paese.
Il programma
Il programma è già definito e potete trovarlo sul sito internet insubriafestival.org. Grande attenzione ai gruppi di rievocazione storica che raccontano la storia dell’Insubria dell’antichità. Nell’accampamento dei celti ogni cosa è riportata al tempo dei nostri antenati che hanno vissuto nella valle fra il Ticino e l’Adda (l’Insubria) fra il 6.000 a.C., momento cui sono datate i ritrovamenti archeologici più antichi, a Canegrate, fino all’alto medioevo, con l’arrivo dei barbari del nord e dei Longobardi.
Anche durante il periodo di dominazione romana dell’Insubria, iniziata nel 200 a.C. la cultura celta dell’Insubria ha continuato a evolversi in modo autonomo, fino alle conversioni al cristianesimo avvenute dal secondo secolo in poi, che hanno modificato solo in parte le ricorrenze e le feste culturali. La ricerca storica di quel lungo periodo dell’antichità è entusiasmante e avventurosa. Gli antichi celti scrivevano su fogli di corteccia d’albero, che non non possono passare la barriera del tempo. Della loro scrittura si sono arrivate solo le incisioni sulle rocce sacre, sulle suppellettili e sui gioielli in argento, oro, o in argilla cotta, che sono state ritrovate finora.
Il loro modo di vivere può, però, essere essere sperimentato partendo dai reperti archeologici. Se legno e stoffa non hanno potuto arrivare fino a noi sono arrivati comunque i segni degli accampamenti, i ritrovamenti nelle tombe a incinerazione (come quelle della Scamozzina di Canegrate) e nelle parti di abitazioni e luoghi sacri costruiti in pietra, le storie e le testimonianze raccontate dagli antichi storici come Polibio e Tito Livio, o degli antichi greci, la ricerca ambientale e ecologica, le incisioni rupestri. I gruppi di rievocazione storica provano a vivere come vivevano gli antichi, vestendosi come loro, nutrendosi come loro, utilizzando tutto quanto è stato possibile scoprire sulla loro civiltà, per verificare se convince.
Ma a Marcallo con Casone oltre alla storia si trova anche tanta musica, con gruppi come gli Holy Shire, i Furor Gallico, Andrea Rock, i Green Circle, il gruppo di danza irlandese Gens d’Ys e i Folkstone, e tanta cultura con il ciclo di conferenza pomeridiane (alle 15 in sala Cattaneo) tenute da grandi esperti e da professori universitari: il 25 aprile “I tesori dei Celti, un viaggio alla scoperta dell’arte celtica” a cura di Cristiano Brandolini, domenica 24 aprile “Ricordando la rivolta di Pasqua: Yeats e la lotta indipendentista irlandese” a cura di Luca Gallesi, docente di Lingua e Letteratura inglese nei licei, giornalista e saggista.
Sabato 23 aprile le conferenze inizieranno un po’ più tardi, alle 16, 30 la presentazione della Mostra “Fiabe e leggende d’Irlanda” a cura di Marco Peruzzi – Associazione Culturale Terra Insubre, poi alle 17.15 la presentazione del libro: “Il Fiume Azzurro – Il Ticino e i Celti di Golasecca”, di Daniela Piolini e Gilberto Oneto. Incontro con Daniela Piolini – Autrice e illustratrice e moglie dello storico scomparso di recente. Un’attenzione particolare merita la conferenza “Conosciamo gli Insubri, i più antichi Celti a sud delle Alpi” a cura di Giancarlo Minella dell’ Associazione Culturale Terra Insubre.
A Ossona, invece, il 23 aprile 2013 alle 15 vi sarà l’apertura della mostra con l’esposizione dei reperti archeologici trovati in una tomba celta risalente al primo secolo dopo Cristo, che è stata ritrovava in via Marconi. Nonostante i reperti siano molto interessanti e sia la prima volta che tornano a Ossona da quando sono stati asportati, vien voglia di mandare a quel paese chi ha scritto il titolo della mostra,” Ossona in età romana imperiale”, che è un chiaro tentativo di piegare la storia alla politica, ed è piuttosto imbarazzante, specialmente se paragonato allo sforzo culturale e storico compiuto da associazioni cultuali di grande valore come Terra Insubre.
Porre l’accento sui dominatori di un breve periodo storico (400 anni scarsi su 6.000) nel titolo della mostra sui reperti celti, equivale ad eseguire un falso storico alla Minculpop (ministero cultura popolare) di era fascista, quando ogni cosa doveva o essere romana o cancellata. Lasciatemelo dire. La scelta è stata perlomeno molto infelice.
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