Rhodesia. Il raid di Green Leader oltre lo Zambezi
Il 3 settembre 1978 si consumò uno dei più grandi attentati nella storia della Rhodesia: l’abbattimento del volo Air Rhodesia 825.
La nazione africana, governata dalla minoranza bianca per lo più di origine britannica, stava combattendo da più di una decina di anni contro il terrorismo degli esponenti più radicali della maggioranza nera.
Un aeroplano della compagnia di bandiera venne abbattuto da alcuni terroristi dello ZIPRA (il braccio armato dello ZAPU), che colpirono il Vickers Viscount con un missile antiaereo sovietico Strela 2 poco dopo il decollo da Victoria Falls.
Delle 56 persone che si trovavano complessivamente a bordo, in 18 sopravvissero allo schianto; quando alcuni superstiti si allontanarono per cercare aiuto sopraggiunsero i guerriglieri che aveva colpito l’aeroplano e finirono 10 persone a colpi di baionetta.
Uccidere, o guardare i bambini uccisi
L’operazione Gatling venne attuata il 19 ottobre 1978 dal governo di Salisbury, intenzionato a colpire duramente lo ZIPRA distruggendone il principale campo di addestramento. Come precauzione contro attacchi simili, lo ZANLA e lo ZILRA allestirono le proprie strutture al di fuori del paese; in questo caso lo ZIPRA decise di insediarsi nella Westlands Farm, oltre il fiume Zambezi in Zambia.
La mattina del 19 ottobre si alzarono in volo, dalle basi militari di New Sarum e Thornill, il 5º ed il 1º squadrone dell’Aeronautica Militare Rhodesiana. Queste due unità erano forti rispettivamente di 7 bombardieri English Elettric Camberra e 12 caccia Hawker Hunter, che volando a quote minime (1 600 ft, 490 metri circa) riuscirono a violare lo spazio aereo dello Zambia senza essere rilevati dai radar.
Gli aeroplani vennero divisi in Green, Red, Blue e White in base agli obiettivi loro assegnati. I Camberra iniziarono subito a bombardare il campo occupato dai terroristi dello ZIPRA oltre il lago Kanba, mentre gli Hunter si diressero sopra l’unico aeroporto del paese, quello della capitale Lusaka. Qui i caccia cominciarono ad orbitare sopra la pista; nel fare ciò il capo formazione dei Camberra “Green Leader” informò la torre di Lusaka dell’attività contro i dissidenti rhodesiani e chiese alle forze armate zambiane di non intervenire.
Tuttavia i caccia di Salisbury si trovavano proprio lì, sopra l’aeroporto utilizzato dall’aeronautica zambiana, come deterrente contro eventuali azioni. Dopo aver terminato le operazioni di bombardamento intervenne anche l’esercito rhodesiano. Subito dopo i Camberra arrivarono gli elicotteri Alouette III, soprannominati K-Car, per fornire copertura aerea ravvicinata ai paracadutisti che occuparono momentaneamente l’ex fattoria ed iniziarono a valutare i danni inflitti allo ZIPRA.
Secondo i dati dei militari di Salisbury vennero uccisi 1 834 fra miliziani, comandanti e consiglieri militari cubani inviati per addestrare i terroristi, mentre le forze di sicurezza rhodesiane subirono una sola perdita. Il comandante del 1º squadrone Chris Dixon divenne celebre in tutta la Rhodesia grazie alla sua azione sotto il nome di “Green Leader” ed ancora oggi viene considerato un simbolo dello spirito pacato ma determinato di un intero popolo.
Questa operazione militare dimostrò agli altri governi africani che la Rhodesia avrebbe fatto qualsiasi cosa pur garantire la sua sicurezza, compreso lo sconfinare con le proprie azioni militari in nazioni estere; da questo momento in poi i governi dei paesi confinati con la Rhodesia presero ufficialmente le distanze da gruppi terroristici come lo ZAPU e lo ZANU, anche non fecero mai nulla di concreto per allontanarli dai propri territori.
La fine di un sogno
Tuttavia il raid di Green Leader rappresentò anche uno degli ultimi grandi attacchi preventivi intrapresi dalle Forze di Sicurezza Rhodesiane a causa delle condizioni in cui si trovava il governo. I quindici anni di guerra civile avevano logorato sia le risorse della nazione, sia l’intero popolo rhodesiano, che voleva vedere la fine della guerra civile ed il ritorno ad una condizione di pace e stabilità. A questo si aggiunsero anche le pressioni del Commonwealth britannico, che non aveva mai tollerato la secessione della piccola nazione africana. Nel 1979 Ian Smith indette le prime elezioni aperte anche alla popolazione nera, che portarono al governo di coalizione del vescovo anglicano Abel Muzorewa.
Quello stesso anno il paese venne rinominato Rhodesia-Zimbabwe ed iniziò il processo di trasferimento del potere alla maggioranza nera e di democratizzazione; tuttavia meno di tre anni dopo salì al potere il dittatore Robert Mugabe, che rese in meno di un decennio la ricca Rhodesia nell’attuale Zimbabwe, uno dei paesi più poveri e corrotti del pianeta.
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