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Opera. Lettere dal carcere. “Siamo qua soli, tra i topi e ci piove in testa”

“Siamo qua soli, tra i topi e ci piove in testa”. A scrivere non è un condannato, detenuto nel carcere di Opera. E’ una sintesi del contenuto di una lettera che il sindacato autonomo di polizia penitenziaria ha inviato al direttore del carcere di Opera.

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In questa lettera si denunciano le condizioni a rischio in cui lavorano gli agenti della polizia penitenziaria. in questa lettera si legge che “il personale lavora in mezzo ai topi e quando piove presso il 4° piano del primo reparto l’Agente di turno alla sezione “B” si fa la “doccia” con l’acqua piovana che cade copiosamente dal soffitto antistante il cancello della stessa”.
Nei mesi invernali spesso il riscaldamento è rotto e nei blocchi il personale patisce il gelo mentre nei mesi estivi l’afa non consente al personale di lavorare in condizioni ottimali.”

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Gli agenti non si lamentano solo delle condizioni delle strutture ma anche del tipo di detenuti che sono continuamente inviati al carcere di Opera.  “Ciò che più rende difficoltoso l’operato degli agenti è il continuo arrivo non solo dalla Regione ma da tutta Italia (alla faccia dei c.d. circuiti regionali…) di detenuti di difficile gestione se non addirittura pericolosi con problemi psichiatrici.

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Il personale di Polizia Penitenziaria si trova solo nella gestione senza il supporto delle preposte strutture sanitarie (psichiatria)  senza luoghi appositi per i detenuti psichiatrici per esempio celle “liscie” senza suppellettili o di Reparti di Osservazione Psichiatrica.

Una lettera dura che mostra una realtà quasi più difficile per le guardie che per i detenuti. Difficile e pericolosa. Il resto della lettera inviata dal sindacato Sippe è un “mero copia e incolla”. Difficile rendere, con altre parole, la situazione che denunciano.

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La sezione C del terzo piano. Detenuti aggressivi

La sezione “C” del 3 piano del primo reparto è un concentrato di detenuti aggressivi verso il personale che ha già subito svariate aggressioni. L’agente di sezione si trova chiuso con le mandate all’interno della sezione senza un corpo di guardia dove andare semplicemente in bagno, soprattutto senza telefono e tutto ciò in caso di aggressione potrebbe essere seriamente pericoloso.

Al freddo e senza telefono

I passeggi del 1°, 2°, 3° e 4° piano del primo reparto sono privi di un corpo di guardia esponendo il personale al freddo invernale senza telefono per poter avvertire in caso di emergenza ma soprattutto spesso e volentieri il personale addetto ai sopracitati passeggi si ritrova a dover vigilare su ben 6 cortili passeggi con le relative problematiche dovute ai divieti di incontro tra detenuti ed il gran numero di reclusi (ben due piani detentivi!).

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Totale mancanza di politiche volte al benessere de personale, il quale non viene sentito né coinvolto nella gestione dell’istituto in toto. Sporadiche se non nulle sono le udienze con i detenuti sui piani, da parte dei sottufficiali del reparto. Piani poco presidiati dagli stessi da molto tempo oramai. Gli agenti ivi opperanti sono lasciati in balia degli eventi.

Il 3° e 4° piano del 1° Reparto sono considerati piani critici ove assegnare il personale difficile da gestire. Grande quantità di registri da compilare e firmare con relative prese in carico di responsabilità per il personale di sezione (Registri: posta, conta, Grandi sorveglianze psichiatriche, divieto d’incontro, attenta sorveglianza detenuti pericolosi).

Gli inventari dei detenuti in isolamento

Altra criticità presentata dagli agenti è afferente l’invio in isolamento dei detenuti per i quali è necessario fare gli l’inventario degli oggetti del ristretto il quale spesso possiede una grande quantità di oggetti trasformando così il servizio in un incubo.
In attesa di conoscere le iniziative che codesta Direzioni vorrà intraprendere per la risoluzione di quanto sopra segnalato, si coglie l’occasione per porgere distinti saluti.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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