La rendita dell’immigrazione
Ogni estate arrivano barconi carichi di extracomunitari, provenienti da ogni dove. La gente non li vuole perchè già non c’è lavoro per il 12% degli italiani; a questo punto resta la delinquenza, ma lì di manodopera ce n’è già abbastanza e dunque ecco che la prospettiva per queste persone è creare disagio e disordine. La politica si divide tra chi li vuole e chi no, la Chiesa sta nel mezzo e predica accoglienza: ecco servito il solito teatrino all’italiana nel quale gli attori recitano la reppresentazione intitolata: “Immigrazione”. Con qualche piccola novità, ma il copione è lo stesso dagli anni’90.
Il business degli sbarchi
L’immigrazione genera denaro, almeno per alcuni. Gli sbarcati devono mangiare, ovviamente: ecco che chi gestisce una mensa che fa pasti è contento; lavora anche chi quei piatti li deve dosare e portare agli extracomunitari. I centri di accoglienza, ovunque siano, vanno gestiti non solo dai poliziotti di guardia ma anche da gente che accudisce i migranti, porta le coperte, assicura i servizi igienici, procura il minimo per vivere nella pulizia: solitamente si tratta di associazioni che per gestire questi centri prendono soldi dallo Stato, e presumibilmente non pochi: anche costoro sono contenti.
Smistiamoli lontani dalla sinistra
Tra le critiche che si rivolgono alla passata attività governativa della Lega Nord, poche o nessuna vertono sulle politiche migratorie dove, più o meno lo riconoscono tutti, il partito di Salvini e Bossi ha fatto quel che ha potuto: fin quando la Lega è stata al governo, il problema non era come accogliere gli immigrati, ma come non farli partire; viceversa, in assenza dei leghisti nelle aule governative, il problema è come accogliere i migranti, dove metterli e come non far mancare loro nulla, almeno a livello ufficiale. Se il centro di Lampedusa scoppia bisogna portare gli extracomunitari altrove, e si cerca di imporli a comuni e regioni di colore politico diverso rispetto a quello di governo: chi predica accoglienza vuole aiutare sì ma non a casa propria; invece se l’extracomunitario lo si mette nel comune
vicino va bene.
Con l’immigrazione arriva l’esproprio
Se i migranti sono così tanti da rendere insufficienti le strutture disponibili e occorre farne di nuove, magari c’è pure l’occasione per adire qualche esproprio, visto che ancora solo per pochi anni le rendite catastali saranno basse (mentre poi, presumibilmente, si alzeranno perchè la tassazione si concentrerà sulle proprietà terriere e immobiliari, come già si tentò di fare con il decreto sul federalismo municipale) e quindi lo Stato non ha più tanto tempo per prendersi i
terreni liberi dei cittadini e pagarli poco. Tutto sommato, per qualcuno, gli sbarchi estivi non sono così male.
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