Keplero trova un’altra terra: è Kepler 452B
La notizia della scoperta di un’altra terra da parte del grande telescopio spaziale Keplero si sta diffondendo in queste ore, lanciata durante una teleconferenza mondiale della Nasa. Il pianeta è stato chiamato Kepler 452B. L’annuncio della scoperta è stato dato da John Grunsfel , amministratore associato per Science Mission Directorate della NASA a Washington; Jon Jenkins, Kepler analista dei dati di Keplero allo Ames Research Center della NASA a Moffett Field, California; Jeff Coughlin, ricercatore del progetto Keplero presso SETI Institute di Mountain View, California e Didier Queloz, professore di astrofisica all’Università di Cambridge, Regno Unito.
Speriamo di non essere i primi…
In realtà non si può ancora dire se la scoperta sarà quella definitiva, che ci permetterà di trovare quei famosi cugini alieni che nei sogni di tutti gli scienziati e di tutti gli astronomi sono pronti a condividere la loro avanzatissima tecnologia. Per analizzare i pianeti, la Nasa e le altre agenzie spaziali che hanno accesso ai dati di Keplero utilizzano un metodo ad esclusione. Keplero sta analizzando una piccolissima porzione dello spazio. In quel piccolissimo scorcio ha trovato quasi 5mila nuovi pianeti, ma non tutti hanno le caratteristiche che permettono la vita come la conosciamo noi.
Si sono quindi, come paragone, usati i parametri vitali della terra: grandezza, velocità e durata dell’orbita, tipo di rotazione, distanza dal sole, tipo di stella, quantità di energia che il pianeta riceve dalla stella e via dicendo, scegliendo anche quale priorità dare ad ogni parametro utilizzato.
Gli scienziati analizzano il grandissimo e sofisticato database in cui sono registrati tutti i dati inviati da Keplero e isolano quei pianeti che soddisfano i parametri minimi richiesti, restringendo il campo.
Finora solo circa 500 hanno superato il primo esame
Fra i pianeti candidati si cercano quelli che potrebbero ospitare la vita secondo una serie più specifica di parametri. La forza dello scienziato è stata quella di riuscire a dimostrare empiricamente che Keplero 452B ha una zona che ha le caratteristiche adatte alla vita anche se non tutto il pianeta lo è. Questo pianeta, infatti riceve mediamente un po’ troppa energia ed è un po’ troppo grande, anche se la distanza dal suo sole è quella giusta. Inoltre sembra che non ruoti su se stesso e la sua stella è un po’ troppo vecchia. Però c’è quella fascia fra la notte assoluta e i giorno rovente. A causa dello scambio di correnti d’aria fra il lato oscuro e quello luminoso del pianeta, potrebbe essere successo qualcosa.
E’ una possibilità
Keplero 452B è attualmente quindi il miglior candidato ad essere la seconda terra, ma tanti sono i problemi da risolvere. Primo fra tutti quello di arrivarci e di vedere il pianeta da vicino. Di certo si può concordare che sarebbe tutto più semplice se là fuori ci fosse qualcuno da cui imparare. Essere i primi, quelli più avanzati tecnologicamente, è una grande responsabilità, anche per una specie arrogante e sicura di sé come quella dell’uomo. (Fonte foto: screenshot da www.nasa.gov)
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