Mancano solo i cartelli. Ossona al BIT. Si, come meta di turismo sessuale?
Chi ha l’occhio allenato e percorre le strade provinciali dei comuni dell’altomilanese avrà visto fiorire negli ultimi tempi una serie di cartelli di divieto piuttosto espliciti. Si parte dal cartello di divieto che mostra un uomo in macchina che si sporge dal finestrino e parlamenta con una professionista, attraversato da un linea diagonale rossa, che recita “divieto di sostare a mercanteggiare con le prostitute”, e si arriva al classico e discreto divieto di sosta per pedoni.
In alcuni Comuni hanno persino messo dei cartelli di una chiarezza lampante “Attenti , prostitute”, come si trattasse di quelle strade di montagna in cui c’è sempre il pericolo improvviso che un daino, o un cerbiatto, salti fuori dal bosco e attraversi la strada.
E a Ossona?
All’entrata del paese, tra capannoni Bertola, il cimitero e la chiesa di San Cristoforo, stazionano dalle 2 alle 3 professioniste che fanno i turni, fornendo i loro servizi per molte ore della giornata e della notte. L’amministrazione comunale si è dimenticata di inserire la loro posizione nella cartina turistica distribuita in questi giorni insieme al volantino del Sindaco, che ci informa che Ossona parteciperà al BIT Borsa Internazionale del Turismo.
Perchè siete perplessi? Può anche funzionare. Tra le professioniste con studio a Codalà e le professioniste con sedia a codachì, Ossona può ambire a diventare una famosa meta del turismo sessuale. D’altra parte il soprannome c’è già. Bisogna solo scriverlo sui cartelli di viale Europa, all’entrata del paese: “Ossona, figa bona”.
Le ordinanze e le multe
Dalle parti di Cusago la questione è ben più importante: il cartello oltre a vietare di fermarsi con le prostitute indica il costo, non della prestazione, ma della multa che, in forza di un’ordinanza sindacale, viene comminata a chi è pescato sul fatto: da 500 a 3mila euro.
Ogni Comune che si è attrezzato con questo tipo di ordinanza sindacale, che non è altro documento amministrativo legale che fa riferimento all’ordine pubblico, ha visto diminuire drasticamente il numero di prostitute presenti sul suo territorio senza grande fatica. Difatti, anche se prostituirsi non è reato, lo è lo sfruttamento e il pagamento. Prendersi una multa da 3mila euro per essersi fermato con una prostituta non piace a nessuno per cui le prestazioni delle professioniste calano drasticamente, nei Comuni in cui questa ordinanza esiste ed è adeguatamente pubblicizzata con dei cartelli.
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