Città metropolitana di Milano: ecco i magri risultati del Ticino
Ieri, 28 settembre, i consiglieri comunali e i sindaci dei Comuni che fanno parte della provincia di Milano si sono recati a Palazzo Isimbardi, e hanno votato per il consiglio che stenderà lo statuto del nuovo ente che andrà a sostituire la provincia di Milano. l’affluenza alle urne è stata variabile, come il tempo atmosferico. Il voto ponderale, per cui i consiglieri delle città più grandi avevano un voto che pesava di più di quello dei piccoli comuni ha scoraggiato i consiglieri dei piccoli Comuni ad andare a votare. Solo il 60% dei consiglieri dei comuni fino a 3mila abitanti sono andati a votare mentre il 100% dei consiglieri delle città con più di un milione di abitanti, cioè la sola Milano, si è recato alle urne. In mezzo tutti gli altri. ma più il comune era piccolo minore la voglia di partecipare a quella che rischia di decretare la fine di una tradizione di autonomia pii che millenaria, quella dei liberi Comuni lombardi.
I risultati della votazione con i nomi degli eletti è arrivata solo nel tardo pomeriggio, verso le 19, e non sono stati molto favorevoli al Ticino. Come era chiaro, dato il voto ponderale che permetteva ai consiglieri di Milano di esprimere la maggior parte dei 24 consiglieri della città metropolitana alla lista del centrosinistra, legata al sindaco di Milano, che ora è sindaco anche della città metropolitana, sono andati la maggioranza dei seggi: ben 14 su 24. Sono comunque meno di quelli che si aspettavano difatti pensavano di arrivare almeno a 16. La lista di centrodestra insieme per la città metropolitana, che riuniva tutte le forze del’ex pdl, ha avuto 6 seggi. La Lega Nord ne ha contati 2. Si pensava che avrebbero potuto essere forse 3, convincendo qualche consigliere comunale delle liste civiche. Due seggi sono andati anche alla lista Città dei Comuni , che raccoglieva le liste civiche e alcuni consiglieri indipendenti, oltre ai radicali.
Nel territorio del Ticino risultano eletti solo sei consiglieri e nessuno di loro può rappresentare gli interessi dei piccoli Comuni del Ticino. Abbiamo infatti Pierluigi Arrarra, sindaco di Abbiategrasso, e Alberto Centinaio, sindaco di Legnano, Pietro Romano, sindaco di Rho, Michela Palestra, sindaco di Arese, che sono stati eletti nella lista di centrosinistra, mentre per il centrodestra sono stati eletti Giuseppe Russomanno, consigliere comunale a Trezzano sul Naviglio, e Luciano Guidi, consigliere comunale a Legnano.
Per la lega nord risultano eletti Luca Lepore di Milano e Ettore Fusco di Opera. Per la lista Città dei Comuni invece gli eletti sono Roberto Biscardini e Marco Cappato, ambedue consiglieri comunali a Milano. Il risultato di questa lista è significativo perchè considerando il tipo di elezione, era chiaro che i voti erano già stati distribuiti. Il risultato è che, grazie alle liste della Lega Nord e a quella della Città dei Comuni, il centro sinistra non ha la maggioranza dei due terzi che dovrebbe essere necessaria per approvare lo Statuto della città metropolitana entro i termini. Difatti oggi Giuliano Pisapia, sindaco della città metropolitana, ha parlato di competenze non ancora definite e ha lanciato un’apertura alla elezione diretta del sindaco della città metropolitana, cavallo di battaglia della lista Città dei comuni. Resta da afrontare comunque il gravissimo problema che le circa 500mila persone che abitano nei piccoli comuni del Ticino sono rappresentate da una maggioranza che non hanno scelto e che non farà i loro interessi.
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