Occupazioni abusive. La piaga di Milano
Il racket delle occupazioni abusive è ormai una piaga a Milano, una vera emergenza. Che sia via Salomone, nelle ormai tristemente famose case bianche, o a Baggio, o in via Bolla lo schema non cambia molto. Le case popolari sono quelle prese più di mira, anche quando sono abitate. Per liberarle ci vuole tanto tempo e operazioni di ordine pubblico. Si parla anche di due anni.
Ieri in via Salomone con una operazione combinata di polizia e carabinieri, insieme ai tecnici Aler durata 3 ore, una signora di 82 anni ha finalmente ripreso in possesso del suo appartamento. Mentre era ricoverata in ospedale i ladri di case si erano presi la sua. Ora l’anziana signora vive in una casa di riposo e finalmente la sua amministratrice di sostegno ha riavuto le chiavi della casa.
I ladri di case non si sono fatti trovare. Mangiata la foglia se ne sono andati prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. Sul posto oltre ai carabinieri e agli agenti del reparto radiomobile, anche la polizia scientifica. Tenteranno di identificare gli occupanti abusivi tramite le tracce genetiche biologiche che hanno lasciato in casa.
Non solo case
Persino i beni pubblici e dello Stato sono occupati abusivamente. E’ il caso della caserma di via Forze Armate. In questo caso sono rom che hanno preso possesso degli edifici lasciati liberi dall’esercito. Questa mattina dalle 10.30 un presidio dei residenti della zona Forze Armate angolo via della Rovere, supportati dalla militanti della Lega di Milano, chiedono di risolvere il problema e di fermare le occupazioni abusive.
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.