L’omicidio di Manuel Mastropasqua
Sin dal momento in cui Manuel Mastropasqua è stato ucciso si immaginava che il colpevole di un gesto così orribile sarebbe stato trovato in pochissimo tempo. Ed è stato così. Ieri sera i carabinieri di Milano hanno diffuso la nota con cui chiarivano ciò che avevano tenuto sotto riserbo per tutta la giornata, cioè che intorno alle12.20 Daniel Rezza, 19 anni, italiano, residente a Rozzano, commesso in un supermercato e con alcuni precedenti di polizia, era stato arrestato dalla polizia ferroviaria ad Alessandria, ed aveva subito confessato di essere l’omicida di Manuel Mastropasqua.
Poco dopo le 22 di ieri sera si è chiuso l’interrogatorio davanti al pubblico ministero del tribunale di Milano, con l’incriminazione di Daniel Rezza per omicidio e sono quindi stati resi noti alla stampa i particolari della rapina e della fuga in treno ad Alessandria. Il ragazzo ha confessato di aver colpito Manuel Mastropasqua con il coltello per rapinarlo, e gli ha portato via delle cuffie wi fi. Un oggetto che si può trovare su Amazon a meno di 20 euro. Il cellulare e il portafogli erano ancora nella sua tasca
Il delitto, avvenuto alle 2.50 circa del mattino dll’11 ottobre, in viale Romagna a Rozzano era stato immortalato dalle telecamere di sorveglianza presenti in tutta la zona del capolinea del tram 15. Nemmeno 5 minuti dopo la radiomobile dei carabinieri lo aveva trovato a terra, con il polmone collassato e in condizioni disperate. L’ambulanza dell’Emercency Medical Center di Assago era arrivata velocemente, ma l’infarto è arrivato prima che i medici potessero operarlo. Il coltello che lo aveva colpito al costato destro era arrivato al polmone e al cuore. Sin dai primi minuti delle indagini gli investigatori dei carabinieri di Milano, comandati dal colonello Antonio Coppola, avevano un preciso profilo dell’assassino.
Il suo cellulare aveva la sim collegata alla stessa cella telefonica del telefono di Manuel nei minuti in cui moriva. Sapevano chi era e cosa aveva portato via a Manuel. Il giovane Daniel Rezza però non era a casa. Quando i carabinieri hanno suonato il suo campanello per cercarlo, e per confrontare le loro prove con lui, suo padre lo aveva già portato ala stazione ferroviaria di Pieve Emanuele, e messo su un treno. Le cuffie wi fi sono state trovate poco dopo, in un cestino dei rifiuti poco lontano dall’appartamento dove Daniel Rezza viveva con la famiglia. Non le ha gettate il ragazzo. All’appello manca il coltello, che non è ancora stato ritrovato.
L’alert di ricerca è stato diffuso a tutte le forze dell’ordine e alle 12.20 di ieri, tramite la squadra mobile di Milano, e la questura di Alessandria , si è saputo che Daniel Rezza era stato trovato. Era alla stazione ferroviaria di Alessandria. La Polfer piemontese lo aveva fermato per un controllo e lui, per chissà quale motivo, dopo essere scappato, ha confessato di aver fatto una cazzata a Rozzano. E’ stato arrestato e riportato a Milano.
Ora si trova nel carcere di San Vittore. Oggi pomeriggio, la pm di turno Letizia Mocciaro ha chiesto di convalidare il fermo per omicidio pluriaggravato e rapina e di applicare la custodia cautelare in carcere. L’udienza di convalida del provvedimento si terrà lunedì mattina 14 ottobre, a San Vittore davanti al gip Domenico Santoro. E’ assistito dall’avvocato Maurizio Ferrari. Ha già confessato il delitto. Non ci sono dubbi che sia stato lui.
Fino a qui la storia nei dettagli che sono già pubblici. Poi ci sono le riflessioni. Rozzano è Rozzano, così come altri paesi dell’hinterland ha delle enclave dove la malavita e la violenza ha instaurato un suo modo di essere, un metodo educativo dei giovani. Un modo di essere maledettamente sbagliato in cui le persone per bene , quelle che vogliono il bene degli altri, dovrebbero soccombere alla violenza, alla minaccia e all’odio di chi invece nasce, e cresce, male, egocentrico, senza empatia, e profondamente egoista.
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