Orsetti padani: il 25 aprile è San Marco e l’unica liberazione possibile è quella dei 24 indipendentisti veneti
Ieri sera, sul tardi, mi è arrivata una lettera dell’ amministrazione comunale di Ossona (Mi). Era indirizzata all’Associazione Orsetti Padani e firmata dal sindaco. E’ normale: gli Orsetti Padani sono un’associazione riconosciuta ad Ossona, dal 2004. La busta conteneva un invito a presentarmi con il gonfalone dell’associazione ( lo striscione nel nostro caso) alle manifestazione per l’anniversario della liberazione del 25 aprile, comprensiva di bandierina d’italia.
E’ un invito che mi arriva tutti gli anni e tutti gli anni, senza polemiche, finisce nel cestino della carta. Il massimo di partecipazione a quella manifestazione è stato un filmato con il cellulare che ritraeva un ridicolmente corto corteo, l’anno scorso, e che ho poi messo su youtube, facendo infuriare un po’ di gente che avrebbe dovuto, invece, infuriarsi con sè stessa.
Gli altri anni per scansare qualsiasi tipo di obbligo avevo la motivazione diplomatica che il 25 aprile c’è il festival dell’Insubria a Marcallo con Casone. Quest’anno, per tutta una serie di motivi, non credo che ci andrò e quindi mi tocca dire la verità. Il 25 aprile è San Marco e sono troppo indipendentista per partecipare a cortei e manifestazioni che prevedano tricolori, simbolo che, insieme all’inno italiano, mi ricorda la mancanza di libertà. Poi lo chiamano anche giorno della liberazione: è davvero troppo per una leghista.
Quest’anno quando ho aperto la lettera avevo davanti, sullo schermo del computer, la fotografia di Lucio Chiavegato con in braccio suo figlio.
Lucio Chiavegato è in prigione e sta facendo lo sciopero della fame da 9 giorni nel silenzio più totale dei media. Quella lettera con il tricolore da parte con scritto 25 aprile Festa della liberazione mi è sembrata la più grande e grave presa per i fondelli possibile.
Una vera sfida a disobbedire, a dire di no.
Ci sono 20 madri e padri di famiglia, con bambini piccoli, che sono in prigione innocenti, accusati di terrorismo per aver gridato, e nemmeno troppo forte, W SAN MARCO
24 persone pacifiche e non violente sono state imprigionate senza processo (in carcere preventivo) per le loro legittime idee idee politiche e dall’amministrazione di Ossona mi mandano una lettera di invito a festeggiare la festa della liberazione il 25 aprile, il giorno di San Marco?
Ma da quale albero sono scesi?
Personalmente mi sono sentita offesa perchè sono ben cosciente del fatto che siamo in un paese, a Ossona, di 4mila persone, ci conosciamo tutti, e sono 24 anni che tutti sanno come la penso (come potrebbe essere diversamente?). Però non è solo questo. Ho guardato la busta indirizzata all’associazione Orsetti padani e mi sono vista sfilare davanti agli occhi gli ultimi 16 anni della mia vita, da quando cioè nel 1997 fondammo gli Orsetti Padani, l’associazione che aveva lo scopo di promuovere il riconoscimento dell’associazionismo scout padano a Ginevra, fino ad oggi.
Una storia lunga fatta di lotte interne, esterne, e contro il mondo intero, di caparbietà e di volontà, di sofferenze (vere) e di un paio di obiettivi più grandi delle capacità di ogni genitore normale e specialmente di quelle di una casalinga come ero io.
Davanti a quella busta indirizzata all’associazione Orsetti padani mi sono chiesta “Ma io chi sono? Ma perchè mi sono cacciata in questa storia? Ma perchè lo faccio?” e davanti alla foto di Lucio Chiavegato con in braccio suo figlio mi sono data la risposta. ” Faccio ciò che faccio perchè non sopporto le ingiustizie, le prevaricazioni, la disonestà e la menzogna, perchè non mi piace che vincano i cattivi, e perchè voglio la libertà per la mia terra e per i miei figli, e anche per i loro figli, e i figli dei loro figli.
Lo faccio perchè sono un’indipendentista; chiamatemi indipendentista insubre, indipendentista lombarda, più in generale, indipendentista padana. Chiamatemi come volete, ma il concetto è sempre uguale: sono una indipendentista. Non sono solo federalista. Io mi batto perchè lo stato italiano non lo voglio più.
E sono leghista, nel senso che ho fatto una scelta verso quello che da allora è l’unico movimento che ha nello statuto l’indipendenza della mia terra dallo stato italiano.
Ci sono dei momenti in cui devi proprio scegliere tra valori etici e l’ interesse personale, che può anche essere solo un interesse di tipo altruistico, una cosa che piace fare, e non necessariamente un interesse economico. Spiegare è dura, durissima. Farlo, poi, sapendo perfettamente che fra chi leggerà ci sarà chi non capirà, chi mi considererà una fanatica, chi penserà che sono un’idealista illusa, chi mi darà della scema che non ha capito il mondo, chi mi considererà una delinquente. Solo una piccolissima parte capirà davvero.
Oltretutto, so già che questa piccola parte si dividerà in quelli che mi approveranno e in quelli che mi odieranno perché non sono stati capaci di fare le stesse scelte. Però, sono la presidente di un’associazione indipendentista, piccola e insignificante quanto volete, ma dopo aver guardato il visetto dei bambini cui hanno arrestato ingiustamente il papà e la mamma, non posso mica accettare di partecipare a certe italianate e sostenere certe buffonate. E’ una questione di aver rispetto e solidarietà per chi soffre in prigione da innocente e rispetto per me stessa, per la mia storia e per ciò che sono.
Cosa diceva Gesù Cristo, a proposito di queste situazioni?
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