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Lo scorso giovedì 31 ottobre, la procura di Milano ha notificato l’avviso di fine indagini per tre persone in relazione all’incidente seguito da una serie di esplosioni dell’11 maggio 2023, in via Pier Lombardi, nel quartiere di Porta Romana, a Milano. Sono il legale rappresentante di Linde Medicale srl e di Linde Gas Italia srl, l’amministratrice della ditta di autotrasporti che lavorava in appalto per Linde Medicale, e il conducente del furgone, che era carico di ossigeno terapeutico. L’accusa formalizzata nei confronti dei tre è di incendio in cooperazione colposa.
Esplosioni e incendio, quel giorno, avevano coinvolto anche tre automobili parcheggiate, la farmacia comunale, degli appartamenti sopra di essa, il teatro Parenti e una scuola con 250 bambini, causando ingenti danni. Raccontammo dell’incidente, pubblicando i video di quanto successo, al link Esplosione a porta Romana.
Fortunatamente, grazie a una rapida evacuazione della scuola fino dal momento in cui si sono alzate le prime volute di fumo e al fatto che i passanti si erano velocemente messi in sicurezza, non c’erano stati morti, ma solo due feriti. L’autista del furgone era rimasto ustionato gravemente ad un braccio e ad una gamba e, durante il caos dell’esplosione e dell’onda d’urto, una suora di 89 anni era caduta, riportando un trauma minore alla testa.
Le indagini sono state condotte dal nucleo investigativo antincendi (Nia) dei vigili del fuoco, in collaborazione con i carabinieri della stazione di Porta Monforte, e con la procura. Per un anno e mezzo hanno raccolto dati per chiarire le cause dell’incendio. Secondo le ricostruzioni, l’incendio è partito dalla parte anteriore del furgone, propagandosi rapidamente a causa della presenza di bombole di ossigeno nel cassone.
Le indagini hanno rilevato che il rogo fosse stato innescato da un recipiente criogenico di ossigeno liquefatto, noto come “stroller”, caduto all’interno della cabina del conducente. Quando il furgone ha svoltato a sinistra in via Pier Lombardo, il contenitore era caduto, rompendosi, e aveva così perso ossigeno, generando una reazione fatale al contatto con dei materiali combustibili.
La procura ha sottolineato che Linde Medicale Srl, proprietaria del furgone, ha collaborato con le indagini, fornendo video e documentazione di rilievo. Però è stato anche evidenziata una formazione inadeguata dell’autista del furgone, che non avrebbe compreso la pericolosità del materiale trasportato. Le indagini continuano per accertare responsabilità sulle lesioni colpose nei confronti dell’autista ustionato.
Articolo aggiornato il 01/11/2024 17:11