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Il camionista albanese Minako M., 45 anni, resterà in carcere con l’accusa di tentato omicidio e ricettazione. La decisione è stata presa dal giudice del Tribunale di Milano, Domenico Santoro, che ha convalidato l’arresto dell’uomo. Il grave episodio si era verificato a Novate Milanese, sotto gli occhi di numerosi testimoni, la notte fra il 5 e il 6 ottobre.
Secondo la ricostruzione fornita dai Carabinieri di Rho, l’uomo avrebbe aggredito la sua compagna, una donna ucraina, durante una violenta lite domestica. Quando l’albanese le aveva dato uno schiaffo, il figlio più giovane della donna, un ragazzo di 15 anni, era intervenuto nel tentativo di difendere la madre dalla violenza del compagno. Non riuscendo a fermare l’aggressione, il giovane ha chiamato suo fratello maggiore, di 18 anni, che in quel momento si trovava fuori casa con degli amici.
Al rientro del figlio maggiore, accompagnato da quattro amici, la situazione è degenerata. Minako M., in preda alla rabbia, ha impugnato una pistola e ha sparato al giovane, colpendolo al collo. L’arma utilizzata, come è emerso dalle indagini, era stata rubata nel 2013 a Sassuolo, in provincia di Modena, motivo per cui l’uomo dovrà rispondere anche del reato di ricettazione.
Subito dopo l’accaduto, il ragazzo è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Niguarda, dove un’equipe medica specializzata nei grandi traumi ha eseguito un delicato intervento chirurgico. Le sue condizioni sono rimaste critiche nelle ore successive, ma fortunatamente, dopo l’operazione, i medici hanno registrato un lieve miglioramento. Attualmente il giovane è fuori pericolo di vita, anche se la sua situazione resta grave. Nonostante il miglioramento delle condizioni del ragazzo, l’accusa contro Minako M. rimane quella di tentato omicidio. Il colpo di pistola sparato al collo della vittima avrebbe potuto ucciderlo, secondo quanto riportato dai periti.
Articolo aggiornato il 09/10/2024 17:18