Occhiali spaziali: innovazione e tecnologia dalla Terra allo spazio al Centro Ottico Rossini & Licciulli di Parabiago
A Parabiago, al centro ottico Rossini & Licciulli , che si trova al numero civico 44 della statale del Sempione,
lunedì 30 settembre , intorno alle 12:15, la tranquillità diurna di piazza Litta a Ossona è stata nuovamente e bruscamente interrotta dall’arrivo di due noti individui, già conosciuti in paese per comportamenti molesti e problematici. Entrambi, visibilmente alterati, hanno scatenato il caos, suscitando preoccupazione tra i passanti e i commercianti della zona.
Il primo dei due ha iniziato a dare segni di agitazione già dalle 11 del mattino. Testimoni riferiscono che l’uomo entrava e usciva ripetutamente dai vari bar del centro, con atteggiamenti aggressivi. Cacciato ogni volta dai gestori, sembrava dimenticarsi subito dell’accaduto, rientrando poco dopo nello stesso bar a creare scompiglio.
La situazione è degenerata quando il secondo individuo, conosciuto nel paese con il soprannome di “Testone”, ha fatto la sua comparsa. E’ entrato in un negozio di alimentari, e pretendeva che il titolare, un uomo non più giovanissimo, gli preparasse e regalasse un panino. Di fronte al rifiuto del commerciante, la tensione è salita alle stelle. Il tossicodipendente ha cominciato a minacciare il commerciante, dichiarando che gli avrebbe mandato qualcuno “a rapinarlo con un coltello”.
Il richiamo era ovviamente a quanto successo nelle scorse settimane. Non si dice mai abbastanza che la droga rovina il cervello, ma se ne ha la prova certa con la minaccia perpetrata dal testone. Si è messo talmente tanto al “centro della scena” che di di recente è diventato la vittima di un pestaggio molto duro. Qualcuno, probabilmente pagato da una delle vittime di rapine e furti in paese, lo ha scambiato per un altro dello stesso gruppo. Inoltre, se qualcuno non sospettava che lui sapesse tutto delle rapine avvenute a Ossona e nei dintorni, nelle ultime settimane di agosto, ora ha delle buone motivazioni per ricredersi.
Però, nonostante l’età un po’ avanzata, e la gravità delle minacce, il titolare del negozio non si è lasciato intimidire e ha avuto il coraggio di allontanare l’uomo dal suo locale. Quest’ultimo, furioso, si è diretto verso piazza Litta, continuando a urlare e insultare, creando non poco allarme tra i gli altri commercianti e i residenti in piazza.
Sorprendentemente, nessuno dei testimoni ha contattato né il 112 né la Polizia Locale per chiedere aiuto. Alcuni perchè nonostante la paura, non essendoci già del sangue versato, non pensavano che l’intervento fosse competenza del 112, altri invece hanno chiamato tutta una serie di persone che non potevano davvero fare nulla nell’emergenza del momento. C’è stato chi ha chiamato l’amico vigile in un altro paese, chi ha chiamato dei parenti e chi i giornalisti.
Chiamare i giornalisti non è, comunque, una cosa sbagliata, però quella ai giornalisti dovrebbe essere la seconda telefonata, non la prima. La prima deve essere sempre al 112, perchè se anche il giornalista manda comunque un messaggio alla polizia locale, dopo aver suggerito di chiamare il 112, non è un modo corretto di procedere. Si perde tempo.
L’episodio si è concluso concluso così, per colpa di molti, senza interventi da parte delle forze dell’ordine, con i due tossicodipendenti che hanno consumato l’esagitazione dell’astinenza fino al crollo. Poi se ne sono andati a casa loro, fortunatamente senza fare male a nessuno o a loro stessi, lasciando dietro di sé una scia di preoccupazione e disagio nella comunità.
Articolo aggiornato il 02/10/2024 18:17