Busto Garolfo

Coltivava marijuana nel giardino di casa: arrestato barista 25enne di Busto Garolfo. Si riapre il dibattito sulla legalità delle droghe

Un barista 25ennedi Busto Garolfo, incensurato, è stato arrestato dai Carabinieri della compagnia di Legnano dopo essere stato scoperto a coltivare marijuana nel giardino di casa. E’ successo nel tardo pomeriggio dello scorso 22 settembre, verso le 17. L’operazione è avvenuta in seguito a una segnalazione, confermata poi dalle indagini sul campo. La scoperta è stata fatta grazie a una serie di passaggi aerei organizzati dalle forze dell’ordine, una tecnica utilizzata abitualmente tra la fine di agosto e l’inizio dell’autunno, periodo in cui le piante di marijuana fioriscono e si distinguono facilmente dalla vegetazione circostante, che invece inizia ad ingiallire.

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Nel tardo pomeriggio di lunedì 22 settembre, i militari della stazione di Busto Garolfo hanno fatto irruzione presso l’abitazione del giovane, trovando dieci piante di marijuana all’interno di serre improvvisate, comunemente chiamate “dropbox”, nel giardino. Oltre alle piante, che pesavano complessivamente 9,6 chili, sono stati rinvenuti anche 8 grammi di hashish, buste per il confezionamento delle dosi e un bilancino di precisione. Il barista è stato arrestato con l’accusa di produzione e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

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L’operazione ha riacceso il dibattito sulla legalità del consumo e della detenzione di marijuana in Italia, un tema che continua a generare confusione tra i cittadini. Ne parla anche Altomilanese libera stampa. Sebbene molte persone credano che coltivare o consumare marijuana privatamente, o anche venderla in piccole quantità ad amici, sia legale, la legge italiana è chiara: il possesso di droghe è sempre considerato reato se finalizzato allo spaccio.

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La segnalazione come assuntore fa perdere la patente di guida per almeno due anni

Il possesso ad uso personale è soggetto a sanzioni amministrative. Il mero consumatore scoperto in flagrante, anche dentro le mura di casa sua, Non è libero di fae ciò ceh vuole, anceh se non viene arrestato. Il possesso sotto certi limiti è considerato ad uso personale e non costituisce il reato penale di spaccio. Per costoro è prevista, invece, la segnalazione amministrativa alla prefettura che, quando la riceve, per prima cosa dichiara lo stato di assuntore di droghe, e sospende la patente di guida per almeno due anni.

Quindi invita l’assuntore a effettuare un periodo di recupero e disintossicazione sotto al sorveglianza dei Sert (Servizi per le tossicodipendenze), senza il cui assenso non potrà riavere la patente. per diversi cicli di alcune settimane, ogni mattina dalle 9, l’assuntore dovrà recarsi a fare l’esame delle urine ai Sert. Inoltre anche l’uso di macchinari sul lavoro viene proibito, fino a che non è dimostrata la liberazione dall’assuefazione e dall’abitudine a consumare droghe e il recupero delle capacità delle capacità psicofisiche. Meglio quindi trovare altre vie per avere un secondo reddito, legali e che lascino il cervello libero da visioni e scontri di neuroni.

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L’arresto del barista di Busto Garolfo sottolinea come la normativa italiana sia rigida nei confronti di coloro che coltivano, anche in piccole quantità, e detengono marijuana, soprattutto se viene dimostrata l’intenzione di spacciarla, scoprendoli in possesso di bilancini bustine e alto materiale adatto al confezionamento delle dosi. Il mercato della droga, anche a livello amatoriale e non organizzato, è considerato un pericolo per la salute pubblica e viene punito severamente.

Il contesto locale e le operazioni delle forze dell’ordine

La vicenda ha avuto luogo in un contesto ben noto alle forze dell’ordine, che durante la stagione di fioritura delle piante di cannabis intensificano i controlli sulle aree rurali e le periferie cittadine. Le operazioni di monitoraggio aereo si sono rivelate particolarmente efficaci nel rilevare le coltivazioni di marijuana, spesso nascoste in giardini privati o in aree isolate. Come accade ogni anno, queste operazioni portano alla scoperta di numerose piantagioni illegali, dimostrando come l’attività di coltivazione non sia mai completamente sfuggita al controllo delle autorità.

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Il secondo lavoro deve essere legale

La vicenda di Busto Garolfo è solo l’ultimo esempio di una tendenza più ampia, che vede sempre più giovani coinvolti nella coltivazione e vendita di piccole quantità di marijuana, spesso nella convinzione errata che queste attività non comportino gravi conseguenze legali. L’arresto del barista riapre anche il dibattito sull’opportunità di cercare fonti di reddito alternative legali.

In un contesto lavorativo sempre più precario e complesso, molti giovani possono essere tentati di intraprendere strade illegali, senza rendersi conto delle pesanti ripercussioni che questo può avere sulla loro vita, sia dal punto di vista legale che personale. Le conseguenze di un arresto per reati legati alla droga, non sono solo penali: possono limitare la capacità di lavorare, di ottenere crediti o di svolgere attività che richiedono una buona reputazione. Per molti, la tentazione di guadagnare facilmente attraverso la coltivazione o la vendita di marijuana può sembrare allettante, ma il rischio di compromettere il proprio futuro è molto elevato.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Articolo aggiornato il 29/09/2024 11:18

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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Testata registrata presso il Tribunale di Milano n. 47/2020 del 3/06/2020 Direttore responsabile Ilaria Maria Preti
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