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Gli autisti della domenica e il codice della strada. Testimonianze dalla Guardia Nazionale

Ecco una collezione di Perle degli automobilisti e della loro interpretazione del codice della strada. Come ogni fine settimana, alla fine del servizio della Guardia Nazionale al Lago di Monate abbiamo parecchio da dire sul modo di guidare e sulla conoscenza della segnaletica stradale degli “autisti della domenica”.

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I banali e il navigatore

Fra gli autisti della domenica abbiamo i “banali” che seguirebbero il navigatore con cieca fiducia e senza mai farsi domande sui cartelli stradali che incontrano. La loro scusa quando li si trova contromano è “ma il navigatore mi ha detto che devo girare di qui”. Ci sono anche quelli che non sono convinti del significato di un cartello di divieto di accesso e devono chiedere all’uomo, o alla donna, in divisa che è di fianco al cartello “ma si può passare?” Metto nei banali anche gli stranieri che dietro alle frasi come “Scusa, scusa, non lo sapevo. Non parlo bene l’italiano” ci fanno venire il dubbio dell’ originalità delle loro patenti.

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A culo indietro

Gli autisti della domenica “originali” però hanno una schiera di scuse e atteggiamenti che fanno arrabbiare, perchè ci si sente presi in giro, ma che meritano la citazione perchè raccontano della spettacolarità con cui funzionano certi ” cervelli” che girano, pericolosamente, per le strade. Ieri infatti mentre eravamo momentaneamente su retro della nostra auto di servizio, notiamo un auto che, alla vista del cartello di divieto di accesso, fa manovra e inverte la direzione come se avesse capito esattamente il messaggio. Invece, una volta messo il muso verso la direzione giusta, ingrana la retromarcia ed entra deciso nel senso unico a “culo indietro”.

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Faccio una corsa e lo blocco. “Ma cosa fa? Non ha visto che è senso unico in uscita?”, “Si, certo, ma sono in retromarcia”. Era così sicuro che si potesse fare che ho mentalmente consultato tutto il codice della strada per cercare l’articolo che permette di entrare a marcia indietro in un senso unico. L’articolo ovviamente non c’è. Gli rispondo che ” guardi che non c’entra il muso dell’auto. E’ la direzione in cui si muove l’auto che è vietata”. Poveretto, era davvero sorpreso. Chissà quale istruttore di guida l’aveva convinto che percorrere in retromarcia un senso unico non è “andare contromano”.

La signorina della reception e il codice della strada

Veder apparire una divisa mentre si sta compiendo un misfatto, come quello di prendere allegramente la direzione vietata, può confondere la mente. Alcune menti, in questi casi, tirano fuori delle scuse davvero originali. Come l’automobilista che sabato pomeriggio esce dal campeggio e infila la strada contromano. Mi vede. Si ferma. Lo raggiungo e gli chiedo: “Non ha visto il cartello senso unico?”. Ce ne sono almeno una decina, tutt’intorno.

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Infatti l’autista si guarda intorno, li vede, capisce che non può sostenere l’insostenibile e mi dice: ” ma la signorina della reception mi ha detto che potevo girare a sinistra”. E’ il mio sguardo che dice cosa penso. Sicuramente, la signorina della reception è più informata della polizia locale, di me e persino del codice della strada. Tanto più che , uscendo dal campeggio, l’autista della domenica ha girato a destra.

La “correzione delle regole “

C’è poi una tipologia di autista della domenica che potremmo definire “il maestrino”. E’ quello convinto che chi posiziona i segnali mobili sbagli e quindi pone rimedio a modo suo, spostandoli, specie quelli di parcheggio. Quindi se il cartello mobile blu con la P bianca che segna l’inizio dell’area in cui è permesso il parcheggio non gli permette di parcheggiare, lo sposta.

Perchè mai le persone in divisa che tengono d’occhio la situazione sulla strada dovrebbero accorgersene? Ci sono due sottocategorie di questa tipologia di autisti della domenica: gli stranieri, in particolar modo sudamericani, che sembrano vagamente consapevoli di commettere un’ infrazione e gli italiani, che invece vogliono proprio correggere ciò che credono un errore di valutazione.

Ma sarà perchè sono una donna?

I primi, che hanno visto la donna in divisa sul fondo della strada, si posizionano in modo che non sia possibile vedere chi sposta il cartello e chi parcheggia. Chissà cosa fa loro pensare che si sia così orbi da non vedere che stavano spostando il cartello. Per fortuna ci mettono il loro tempo a scaricare i materassini e i vari bambini. Li raggiungo. ” Non si può spostare i cartelli. Sposti l’auto”. “Oh scusi scusi. Non sapevo. Non parlo bene italiano. Sposto subito”. “L’auto, non il cartello”.

Il secondo tipo, invece, non è consapevole di essere osservato. Sposta il cartello, parcheggia, e poi mette il cartello dietro alla sua auto. Questa operazione complessa dà il tempo di raggiungerlo con tutta calma. Appena sceso dall’auto, ti guarda mentre cammini nella sua direzione, con gli occhioni spalancati, e l’espressione fra l’innocente e il “sono fregato”. La donna in divisa prende il cartello e gli dice “Buongiorno, sposti l’auto. Il cartello non è al suo posto. Il permesso di parcheggiare inizia qui, dopo l’uscita della pista ciclabile.” La sua compagna, appena scesa dal suv, lo tradisce in modo spietato. ” Ah, è vero, c’è la pista ciclabile. Ecco perchè il cartello era lì”

L’esperienza nella Guardia nazionale

I servizi pubblici effettuati dalla Guardia nazionale sono di molti tipi, e quello della viabilità è uno di questi. Si agisce sotto il comando della polizia locale, e hanno sempre uno scopo educativo, correttivo, ma non sempre sanzionatorio. Portano a conoscere tanta gente, e anche le stramberie che combinano alcuni. Però, agendo con calma e applicando l’addestramento ricevuto, si riescono a prevenire tanti problemi. Quando si torna a casa, alla sera, si è stanchi morti, ma si ha consapevolezza di aver speso una giornata evitando incidenti, si prova una grande soddisfazione e, nonostante tutti i problemi che si possono avere, ci si addormenta felici.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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