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Un’operazione della squadra mobile di Milano, una caccia al ladro per le strade di Milano che poteva finire molto male a causa di un paio di forbici che uno dei delinquenti aveva nascosto fra le natiche.
Ieri pomeriggio gli agenti della squadra antiborseggio della squadra mobile di Milano, condotta dal dott. Filippo Bosi, hanno notato, in via Lazzaretto, 3 marocchini, di 18, 22 e 24 anni, che armeggiavano intorno al bagagliaio di una moto da cui sono riusciti a prelevare il contenuto. Non essendoci le condizioni di sicurezza per il fermo, i poliziotti hanno chiamato i rinforzi e hanno seguito il trio, che è sceso nel mezzanino della metropolitana gialla, alla stazione di Repubblica, dove hanno preso un treno, prima però hanno gettato all’interno di un protone un kit di attrezzi e un kit per la riparazione dei pneumatici della moto, appena rubati.
I tre sono scesi dal treno della MM3 alla fermata Duomo, e hanno individuato una vittima. Hanno adocchiato un uomo di nazionalità bengalese che sedeva vicino alle porte del treno e aveva in mano un telefono di valore. Mentre due dei marocchini , il 18enne e il 23ennefacevano da palo, il 21enne ha messo il suo corpo fra l porte, impedendo la chiusura, e ha strappato il telefono dalle mani del bengalese. A quel punto sono intervenuti i poliziotti che erano sul treno hanno bloccato i tre marocchini.
Quella della squadra mobile è stata un’operazione ben coordinata che ha permesso di recuperare anche la refurtiva sottratta dalla moto, ma la vera sorpresa è arrivata durante la perquisizione dei tre malviventi. Oltre alla refurtiva, i tre avevano addosso diverse armi da taglio, per lo più taglierini e coltelli, ma uno di loro aveva esagerato. Infatti tra le natiche del sedere aveva nascosto una forbice dalle lame lunghe 15 cm.
L’unica motivazione possibile per tenere delle forbici tra le chiappe, con il rischio di farsi male seriamente, è quella di avere l’intenzione di prenderle, reagire violentemente e colpire i poliziotti in caso di arresto, perché le forze dell’ordine ammanettano gli arrestati con le mani dietro la schiena, prima di perquisirli o caricarli in auto. I marocchini, dopo la querela delle due vittime, sono stati accusati per furto, aggravato dal porto gli oggetti atti ad offendere, e processati per direttissima.
Articolo aggiornato il 05/07/2024 17:31