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A Parabiago, al centro ottico Rossini & Licciulli , che si trova al numero civico 44 della statale del Sempione,
Abbiamo intervistato l’attuale presidente di Anarti, il tenente Maurizio Bossi che, con il collaboratore caporal maggiore Franco Lari e con il collaboratore Primo capitano Francesco Lauri, sono nel team di veterani dell’associazione d’arma degli Artiglieri.
Il tenente Maurizio Bossi è l’attuale presidente di Anarti ( associazione nazionale artiglieri italiani) da quando è morto, circa otto anni, il fondatore della sezione di Milano, primo promotore della gara militare Viscontea di Valbrona, Il primo capitano Ettore Pirani. Con lui ci sono il Caporal maggiore Franco Lari, collaboratore da circa trent’anni, e il primo capitano Francesco Lari, che collabora con Anarti da circa 35 anni. Sono loro i veterani di Anarti che hanno organizzato Viscontea, la gara di pattuglia militare.
” Le prime edizioni erano in collaborazione con l’Unuci, che è l’associazione degli ufficiali, poi le strade si sono divise ed è rimasta una gara organizzata dalla sezione di Milano dell’Associazione artiglieri. Il promotore dell’iniziativa era il primo capitano Pirani che è venuto a mancare circa 8 anni fa. Inizialmente la gara aveva dimensioni, sia come squadre che come importanza, notevole. Eravamo in altre epoche, era ancora attiva la leva obbligatoria, quindi tutte le associazioni d’arma avevano un flusso di iscritti maggiore. Una frazione di quelli che avevano fatto il militare di leva si iscrivevano alle associazioni, come quelle degli alpini, dei carabinieri e di fanteria.” Ci ha raccontato il tenente Bossi.
“Venendo a mancare la leva obbligatoria, le associazioni d’arma stando andando a perdere numericamente di importanza. Probabilmente si estingueranno nei prossimi 20 anni, a parte forse le due più importanti, per esaurimento degli iscritti e per esaurimento forze. La gara di pattuglia è da sempre composta da tre persone, qualche volta 4. E’ indirizzata principalmente alle squadre in servizio dell’esercito e delle forze armate italiane e straniere, delle riserve straniere e alle associazioni d’arma sia italiane sia straniere. Da qualche anno, però, ci sono alcuni giovani delle associazioni di softair che si avvicinano, anche se tendenzialmente sono più giovani e di solito fanno delle gare più semplici.
“La gara è imperniata sulla marcia, sull’orientamento e il tiro dinamico con armi convenzionali, in poligono oppure in cave predisposte. Per questo tipo di esercizio quest’anno siamo ad Erba, al poligono di tiro Invictus ( via Milano 8, Erba) e abbiamo visto che la gente ha apprezzato anche questo sforzo in più che abbiamo fatto. In alcune situazioni invece anche noi usiamo delle armi da softair per fare delle ambientazioni dove non possono usare delle armi da fuoco. Nella prova Ffinale di domenica c’è un esercizio fisico con armi da softair.”
“Lo scopo di questo genere gare e manifestazioni, che una volta forse avevano una componente addestrativa maggiore, è la coesione, la conoscenza reciproca. Si cerca di tenere unite le componenti, italiane e straniere, organizzando questi eventi. Anzi, generalmente, specie nel passato, a questo tipo di gare partecipano molto di più le pattuglie straniere che quelle nazionali. Mi riferisco alle gare della Valmanenco, o a quelle dell’Uninci, però, come dicevo poco fa, è sceso tutto sia di dimensione sia di numero.” racconta il caporal maggiore Lari
L’utilità della gara , per le squadre dei reparti in servizio, è che possono conoscere un po’ dei personaggi delle associazioni, e viceversa . E’ un sistema di per creare rapporti e coesione. È tutto finalizzato a ricreare l’ambiente militare. In Italia ci sono circa una decina di gare simili forse meno. La nostra forse è la più piccola numericamente però è ancora abbastanza simpatica, e le prove che organizziamo sono apprezzate.
“Si, infatti. Da un po’ di anni la gara Viscontea di Valbrona è intitolata alla memoria del fondatore, il primo Capitano Ercole Pirani, morto nel 2016. L’età degli organizzatori avanza. Non c’è più un ricambio generazionale, ma continuiamo perché il capitano Pirani si era impegnato talmente tanto a idearla e portarla avanti negli ultimi 30 anni che fin che finché ci riusciamo continuiamo.
L’addestrativo è molto importante ma le associazioni d’arma sono composte ormai da persone piuttosto anziane quindi fare qualcosa di addestrativo è sostanzialmente escluso. Diciamo che magari potrebbe servire per portare un certo tipo di esperienza in qualche attività; anche nei corsi di protezione civile, ad esempio. ” risponde il tenente Bossi. “Io sono docente di topografia e della parte idraulica per la Protezione Civile. Non c’entra niente con la nostra associazione però. La topografia è una specialità che riguarda anche la fanteria e anche l’artiglieria perché il tiro è fondato su queste prove.”
Questa è una cosa interessante. Ha fatto bene a ricordarlo. La Protezione civile, a inizio 900, era riservata all’esercito e alle associazioni d’arma che vengono costituite ad inizio ‘900 ed avevano una forma essenzialmente mutualistica. Si occupavano, cioè, delle vedove e degli orfani dei caduti, e c’era anche una componente di protezione civile, che c’è tutt’ora. La legge sulla protezione civile ha escluso poi le associazioni d’arma dalla protezione civile perché non avevano le caratteristiche cosí, per poter operare protezione civile adesso, le associazioni hanno effettuato delle affiliazioni con delle sezioni apposite.
Le associazioni d’arma numericamente più piccole come ad esempio i carristi, invece di fare una propria affiliazione che sarebbe troppo dispersiva ha fondato una affiliazione comune di protezione civile che si chiama Interarma. Con la crisi numerica delle associazioni d’arma anche la parte relativa alla protezione civile sta diminuendo sensibilmente. Però è interessante da citare il fatto che le associazioni D’arma siano state la prima Protezione Civile, e adesso non lo sono più, a meno che non venga cambiato qualche tipo di dispositivo. All’epoca, quando la Protezione Civile dipendeva esclusivamente dal prefetto, le associazioni d’arma, dai ruolini dei singoli volontari si vede che venivano dalle associazioni d’arma.
Tornando alla nostra gara possiamo dire ancora che è molto frequentata da squadre straniere, quest’anno un po’ meno a causa delle guerre in corso. Alcuni, come gli inglesi, sono coinvolti in situazioni critiche. Anche lituani, che c’erano fino all’anno scorso, quest’anno non sono venuti. Diciamo che resistiamo, non sappiamo ancora per quanti anni la faremo, ma finché ce la facciamo si continua.
Articolo aggiornato il 15/06/2024 09:50
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Grazie Ilaria per la tua intervista in Valbro na .A Milano ci sono “I piccoli cantori “ che portano avanti le canzoni in milanese . La fondatrice è stata Nini Comolli ora al suo posto c’è la nipote Laura Marcora. Visto che ti piace il dialetto milanese potresti intervistarla per sapere i loro progetti! Ciao ciao e buon lavoro 🇮🇹🌹🇮🇹
Grazie a te, Franco. E' un'ottima idea, che non mancherò di seguire ne prossimi giorni :)