Politica

Fabrizio Cecchetti. La Lega Lombarda conferma il radicamento sul territorio

L’on. Fabrizio Cecchetti, segretario nazionale della Lega Lombarda, ha inviato alle redazioni dei giornali un’analisi politica sul risultato alle amministrative della Lega, a proposito delle cattive acque in cui si diceva navigasse elettoralmente. Forse una risposta alle affermazioni dell’on. Riccardo De Corato, di fratelli d’Italia, che in un comunicato di ieri ha affermato che adesso il suo partito non è più solo il partito del sud ma è cresciuto molto anche a nord.

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Fdi è cresciuta anche a Nord, è vero, ma, e questo è un mio commento di analisi politica, fdi non è il partito del sud, ma quello più votato dalla gente del sud, che si porta dietro il suo bagaglio culturale e personale ovunque vada. Non rappresenta la mentalità della gente delle regioni del nord Italia anche se apprezzano Giorgia Meloni e pensano che stia facendo il meglio che si può fare con le vecchie, farraginose e stantie istituzioni italiane. Inoltre c’è la questione della bolla, cioè l’ alto numero di italiani che sposta il voto in base alla presenza social, o televisiva, dei protagonisti e cambia direzione con estrema facilità.

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Il voto delle elezioni Europee non è, però, quello delle elezioni amministrative, dove contano, anche nei comuni più grandi, i rapporti personali dei candidati sindaci, la considerazione che i cittadini hanno per loro e la simpatia che ispirano. Alle elezioni comunali le convinzioni politiche valgono poco.

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Cecchetti: in Lombardia è stata una tornata positiva per la Lega: confermato il radicamento sul territorio

 “La forza della Lega è il suo radicamento sul territorio, la sua presenza costante tra la gente, la sua buona amministrazione degli enti locali. Per questo per la Lega in Lombardia anche quest’ultima tornata di elezioni amministrative si è rivelata positiva, in particolare è significativo il nostro risultato nei comuni superiori ai 15 mila abitanti dove abbiamo presentato i nostri candidati sindaci ne abbiamo vinti 15 al primo turno, tra questi Cornaredo strappato al centrosinistra, e portato un sedicesimo (Samarate) al ballottaggio, dove contiamo di vincere.

Come Lega nei comuni sopra i 15 mila abitanti siamo la prima lista in 5 comuni, con un picco di oltre il 30% a Casalpusterlengo, con il 24,37% a Lumezzane, il 23,83% a Dalmine, il 22,93% a Cantù, il 21,77% a Tradate, il 21,67% a Giussano, il 21,4% a Besana Brianza. Numeri che certificano una Lega in salute in Lombardia.”

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Come molti politici, anche Fabrizio Cecchetti vede il mondo con una velatura di rosa. Ciò che Cecchetti dice però è vero: per la lega, sia alle Europee sia alle amministrative, è andata molto meglio di quello che loro stessi pensavano. Il comunicato, però, non tiene conto di alcune brucianti sconfitte in comuni piccoli e strategicamente insignificanti, ma dal grande valore simbolico per i leghisti. Ad esempio Pontida, in provincia di Bergamo, dove c’è il grande storico pratone della prima lega lombarda, e di tanti raduni, dove sono nati, e anche morti, tanti sogni e tanti progetti, e Marcallo con Casone, un altro piccolo comune dove si è scritta molta della storia moderna della Lega Lombarda.

Si chiama “sporcare il simbolo”

Quella di Marcallo con Casone è sicuramente la sconfitta peggiore per i leghisti della provincia di Milano. 25 anni di amministrazione eccellente, ingegnosa, coraggiosa e assolutamente oculata sono stati rovinati da 2 errori fatali. A Marcallo è stato fatto ciò che in politica è sempre foriero di disgrazie.

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È la pratica per cui un gruppo, identificabile tramite un simbolo che è sempre stato vincente, improvvisamente lo cambia inserendoci altre cose e altri simboli di altri partiti. Gli elettori non lo riconoscono più: tanti sbagliano e tanti altri non apprezzano il cambiamento, che rimette in discussione ciò cui erano abituati. A maggior ragione in un paese come Marcallo con Casone dove sin dal 1999, il simbolo era quello puro della Lega Nord, che raggiungeva picchi del 65% e oltre.

Marcallo con Casone, con il festival internazionale dell’Insubria, le ricostruzioni storiche, la vivacità  culturale, le tasse basse e tutti i servizi che i cittadini potevano immaginare era diventata un faro e un simbolo per tutti coloro che, desiderando impegnarsi in politica, sceglievano un partito “duro”, “strong”, e “cazzuto” come la Lega. Per questo genere di politici Marcallo rappresenta il giardino dei desideri e per i leghisti nel cuore Marcallo con Casone è l’altra Pontida, quella milanese, in cui tornare per respirare aria pura e ricaricare le forze.

L’altro errore: essere capo e non leader, imporre invece di mediare

A quanto si dice in paese, non è piaciuta l’imposizione di una linea politica di mischiamento, con l’inserimento in lista di un politico di fratelli d’Italia, che è diventata una formazione ritenuta troppo poco lombarda per la popolazione intimamente lombardista di Marcallo con Casone. La faccenda ha portato ad alcuni confronti non troppo simpatici che, insieme ad altri atteggiamenti troppo cazzuti persino per i leghisti, hanno fatto arrabbiare e hanno deluso.

E’ un po’ come se alcuni elettori si fossero detti: ” se finisce come gli altri, tanto vale votare altro.” E’ l’errore di chi è troppo bravo e mostra inavvertitamente debolezza. Risalta solo quella. Alla bravura sono tutti abituati e la pretendono. Se poi il capo tenta di imporsi picchiando i pugni sul tavolo, invece di mediare, è la fine. Non convince più e la gente si allontana.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Articolo aggiornato il 15/06/2024 09:49

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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Testata registrata presso il Tribunale di Milano n. 47/2020 del 3/06/2020 Direttore responsabile Ilaria Maria Preti
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