Hasan Hamis e il coltello rosso. Chi è il feroce drogato nordafricano che ha tentato di uccidere il poliziotto Christian Di Martino
Mentre i medici salvavano la vita di Christian Di Martino, Hasan Hamis, il suo aggressore, colui che ha tentato di ucciderlo a coltellate, era stato arrestato. Non possiamo dire che è stato pienamente identificato perchè è presente, con foto, impronte e dati genetici, nella banca dati del sistema digitale interforze con diversi alias. Quale, fra questi, sia il suo vero nome non è ancora chiaro. L’età sembra invece essere compatibile con i 37 anni. Irregolare sin dal suo arrivo in Italia, la sua presenza non era mai stata segnalata nella provincia di Milano, ma risulta essere un delinquente feroce e incallito che operava sin dalla prima fotosegnalazione, avvenuta a Napoli il18 dicembre 2002.
Andava in giro con un coltello rosso e lanciava sassi contro i passeggeri
I precedenti
Ha precedenti per rapina aggravata, furto, lesioni personali, stupefacenti e sequestro di persona. Tra il 2013 e il 2020 è stato condannato e incarcerato diverse volte, per spaccio di droga e per reati contro il patrimonio, nel carcere “P. Campanello” di Ariano Irpino, in provincia di Avellino. Il prefetto di Napoli lo ha espulso dall’Italia 2 volte, nel 2004 e nel 2012.
Qui Milano per Rabat…. Rispondi Rabat…
L’Ufficio Immigrazione della Questura di Avellino, nel 2021, aveva attivato le le procedure di identificazione presso il consolato marocchino, ma l’Autorità diplomatica del Marocco non ha mai risposto. Quindi non vi è nemmeno la certezza che sia marocchino. Il prefetto di Avellino ha provato ad espellerlo nel 2023 e il questore gli aveva ingiunto di lasciare il territorio nazionale entro 7 giorni. Non lo avevano portato al C.P.R per il rimpatrio forzato perchè non c’era posto. E certo che fino ai primi di maggio 2024 si muoveva nelle zone della Campania.
Se Napoli diventa scomoda vanno verso nord
Lo scorso 5 maggio 2024 era stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale dagli agenti della Polizia Ferroviaria di Bologna mentre era a bordo di un treno. Si stava chiaramente spostando verso nord dove, arrivato alla stazione di Lambrate, ha iniziato a tirare sassate agli altri passeggeri, aggredendo poi i poliziotti e estraendo quel grosso coltello rosso con cui ha colpito più volte e alla schiena il poliziotto.
Le accuse
Una volta convalidato l’arresto in flagranza Hamis Hasan è stato accusato formalmente di tentato omicidio nei confronti del vice ispettore di polizia Christian Di Martino, resistenza a pubblico ufficiale aggravata, lesioni nei confronti di altri due agenti di polizia presenti all’arresto, porto abusivo di coltello ( era lungo 30 centimetri), false attestazioni di identità ( sono stati contati 22 alias diversi, lancio pericoloso di oggetti e lesioni nei confronti della donna che ha colpito con una sassata. Il pubblico ministero halo ha dichiarato estremamente pericoloso, richiedendo al giudice la custodia in carcere.
La lagna di Hasan Hamis
Dopo l’arresto, alcune testate giornalistiche, fra cui Repubblica, hanno riportato alcune parole del sedicente Hasan Hamis, rilasciate durante l’interrogatorio. Durante l’interrogatorio ha detto che gli agenti gli hanno puntato contro una luce, di non aver lanciato le pietre contro la gente in stazione, ma di aver lanciato le pietre verso i poliziotti perché non sapeva che erano poliziotti. Ha ripetuto anche che pensava che volessero fargli del male.
Ha detto anche di avere il coltello nella manica e di averlo tirato fuori Per buttarlo per terra e di non aver voluto fargli male, e di aver colpito il poliziotto per sbaglio con un colpo ma di non ricordare di averlo colpito altre volte. Ha detto che portava con sé il coltello per difendersi dato che vive per strada.
Il suo racconto zoppica un po’ da tutte le parti e non tiene conto della presenza di telecamere, bodycam e di tanti testimoni che permettono di scacciare qualunque dubbio sulla sua responsabilità, però qualunque imputato ha diritto alla miglior possibile difesa e probabilmente quello che ha dichiarato è proprio la migliore che si può trovare in un caso così, anche se somiglia molto alla tipica “lagna” pensata nel tentativo di ispirare pietà. Dopo questo, probabilmente, gli rimane solo la possibilità di sottoporsi ad un esame psichiatrico e sperare che un medico gli conceda l’infermità mentale.
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