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Condanna scoperta con lo SDI, ma il condannato sapeva di essere latitante?

È stato fermato dai Carabinieri a Villa Cortese un uomo di 40 anni che, per una condanna, doveva scontare un anno e 3 mesi di carcere per un incidente stradale avvenuto a Legnano il 22 novembre del 2007, quasi 17 anni fa. La giustizia lo aveva dimenticato dopo averlo condannato, e fino a che non si è arrivati alla digitalizzazione dei provvedimenti giudiziari nessuno si è accorto del suo debito con la giustizia.

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I giudici lo avevano dichiarato colpevole di omissione di soccorso dopo un incidente stradale, perché aveva lasciato i feriti sull’asfalto e se n’era andato senza aver chiamato i soccorsi. L’uomo era stato comunque identificato e processato. I giudici lo avevano condannato a un anno e tre mesi di carcere dopo un lungo procedimento penale, che era giunto a conclusione con l’emissione di un ordine di carcerazione del 19 ottobre del 2015, otto anni dopo i fatti. Sono passati altri nove anni prima che qualcuno si accorgesse del suo debito con la giustizia.

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Sapeva della vecchia condanna?

Ad accorgersi dell’ordine di esecuzione di carcerazione sono stati i Carabinieri della compagnia di Legnano durante un normale controllo dei documenti fuori da un bar di Villa Cortese, in provincia di Milano. Quando hanno inserito, come da prassi moderna, il suo nome e gli estremi dei suoi documenti personali sul tablet che li collega allo SDI, il sistema digitale interforze, si è acceso un Alert rosso che mostrava l’ordine di carcerazione e il fatto che fosse, suo malgrado, latitante. E’ stato portato in carcere, ma un buon avvocato riuscirà a fargli avere perlomeno gli arresti domiciliari.

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Il sistema giudiziario dovrebbe perlomeno arrossire

È infatti il sistema giudiziario che, in questa storia, dovrebbe arrossire. Le domande che sorgono sono infatti moltissime. A prescindere che il 40enne sia o meno colpevole, infatti, ci si chiede se ha avuto acceso al diritto di difesa, se è stato puntualmente informato delle udienze, e se i suoi diritti siano stati rispettati. Si potrebbe scommettere sul fatto che il 40enne non sapesse nulla della condanna. Non sappiamo chi è, se ha altri debiti con la giustizia oppure se è un cittadino modello.

Quello che sappiamo però è che in questa storia il sistema giudiziario è sicuramente colpevole e meritevole di condanna per la sua inefficienza. Un difetto che è riuscito a correggere solo con l’avvento di internet e con l’arrivo dello SDI per quello che riguarda i debiti dei cittadini, ma è che è largamente lacunoso per quello che riguarda il rispetto dei loro diritti.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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