La mucca in piazza Duomo (video)
Questa mattina, fra i turisti che affollavano piazza Duomo e la galleria Vittorio Emanuele, c’erano anche una mucca e dei vitellini. Memori della famosa mucca Eroclina, divenuta simbolo nelle proteste dei Cobas del latte nel 1997 e che entrò anche a San Pietro, gli agricoltori e gli allevatori hanno continuato le loro protesta portando le mucche davanti al Duomo di Milano e la hanno fatta passeggiare sui marmi della galleria, quello che è noto come salotto di Milano.
Dovrebbe essere casa sua, visto che in tutti i ristoranti e bar, e persino il Mcdonald’s, che si affacciano sulla galleria offrono e vendono prodotti e piatti che senza la mucca non esisterebbero, al cappuccino con i biscotti alla panna, al cioccolatino posato sul lato del piattino della tazzina di caffè. Oppure negli hamburger, sulla pizza come mozzarella, che sia latte o che sia carne, sono ben pochi gli alimenti cn cui la mucca non ha a che fare.
In ogni caso, in questa fase della protesta, ogni azione di protesta è concordata con l’aiuto delal questura, che predispone i servizi d’ordine a protezione dei protestanti, e non per impedire la manifestazione. Con calma, ma inesorabili, allevatori e agricoltori continuano le loro proteste,
La mucca in galleria e in Duomo
Una protesta che condividono con i loro colleghi degli altri paesi del sud e del Centro Europa che stanno da settimane continuando la protesta contro il Green Deal, una serie di direttive dello stato europeo vendute come “svolta verde”, e presentate con parole che sembrano descrivere il paradiso, ma le cui regole, se applicate nel concreto, butterà tutti gli agricoltori e i gli allevatori nell’inferno, in cui i consumatori di cibo li seguiranno.
Le difficoltà sono molte
Si tratta di sapere quale è la svolta green che si intende avere. Parlando con gli agricoltori, gli allevatori, e gli altri operatori si scopre un mondo in cui l’economia circolare, i bioritmi della terra, la conoscenza della natura, dei suoi tempi e della scienza, l’innovazione e l’applicazione della tecnologia sono argomenti di cui si parla a cena, in famiglia durante il lavoro, dalla mattina alla sera. Nelle cascine, in cui si produce il cibo, tutta la famiglia è coinvolta, piccoli e grandi, bambini e anziani. Tra cascine, famiglie e società ci sono rapporti stretti, sia di affari, sia di collaborazione sia di storia.
Si conoscono tutti, e tutti hanno una loro parte, un loro mestiere, in quel mondo. Non si tarda a capire che ciò che ci tiene in vita è l’organizzazione che hanno messo in piedi, che è per forza di cose sostenibile ed ecologico e tende già a migliorarsi nella direzione green. Non hanno bisogno di nessuno che vada da loro a dire cosa devono fare e cosa devono seminare per mantenere la terra e gli animali in salute.
Insomma agricoltura e allevamento è un comparto in cui l’intervento legislativo dello Stato Europeo non è necessario, se non nel tenere fuori dai giochi, a distanza, l’unico giocatore non green che ci vuole entrare, cioè le società multinazionali di investimento, che guardano solo al guadagno estemporaneo, sono spersonalizzate e non hanno certo a cuore la vera svolta ecologica della terra.
E’ un compito che però lo Stato europeo non si assume, e gli agricoltori e gli allevatori che stanno protestando contro il Green Deal sospettano che sia un atteggiamento voluto, per favorire queste grandi società, nella maggioranza dei casi non europee, nell’acquisire il loro lavoro e concentrare la produzione di cibo in poche mani.
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