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Sono diversi i presidi che sono stati organizzati dagli agricoltori in Italia per oggi 30 gennaio. Lo slogan è “Riscatto agricolo” ma al presidio di Melegnano, che raccoglie gli agricoltori della provincia di Milano, si parla di “Rivolta degli agricoltori e di difesa del made in Italy”. Ci stanno andando con i trattori ma le foto non sono ancora arrivate in redazione. Iniziamo a dare la notizia perchè la fredda mattinata prevede traffico intenso e anche se i trattori utilizzano le strade provinciali, e non le tangenziali o le autostrade, il fatto che si stiano muovendo insieme potrebbe rallentare al circolazione.
Un disagio che comunque fa rilevare a tutti quanto è importante, in questo periodo, difendere l’agricoltura e le filiere di qualità dei prodotti alimentari dall’attacco perpetrato dalle multinazionali del cibo sintetico che vogliono imporre a tutti il consumo della carne sintetica o delle farine di insetti, e che, per farlo, tentano di eliminare il cibo buono e sano prodotto dagli agricoltori e dagli allevatori nostrani. Le richieste sono importanti, dall’aumento delle tasse e delle aliquote irpef alla cancellazione dei sussidi all’agricoltura, alla difesa della produzione alimentare naturale e ancora la questione legata alla quote limitative della produzione.
Torneranno i trattori che a metà anni novanta si ribellarono alle multe sulle quote latte? O quelli della guerra del latte in Sardegna nel 2019? Gli agricoltori seguiranno la via dei colleghi europei che da settimane stanno bloccando Germania e Francia? Nelle prossime ore daremo altre notizie sulla protesta degli agricoltori
Ci sono circa 300 agricoltori, con i loro trattori, che stanno bloccando la strada di accesso all’autostrada a Melegnano. La protesta avanza in modo deciso, fra la nebbia che anche questa mattina ha ricoperto le strade della bassa, su cui erano incolonnati i trattori che raggiungevano il presidio passando, incolonnati, tra le strade provinciali e statali. Arrivavano da tutte le zone della provincia milanese. Il presidio durerà almeno 5 giorni, ma agricoltori e allevatori sono pronti a prolungarlo. Non si sa ancora cosa succederà nei prossimi giorni.
Articolo aggiornato il 30/01/2024 16:38