Occhiali spaziali: innovazione e tecnologia dalla Terra allo spazio al Centro Ottico Rossini & Licciulli di Parabiago
A Parabiago, al centro ottico Rossini & Licciulli , che si trova al numero civico 44 della statale del Sempione,
Ieri pomeriggio, verso le 13:30, in via Mameli a Parabiago, una pattuglia dei Carabinieri della compagnia di Legnano hanno sorpreso in fragranza un pregiudicato italiano di 50 anni mentre trafficava con una cabina contenente la centralina pubblica del sistema di telecomunicazioni. Lo sportello della cabina era aperto e alcuni fili erano collegati a delle linee telefoniche di una borchia con allegata una batteria esterna e un telefono cordless. Il cinquantenne vi stava maneggiando.
I carabinieri lo hanno fermato e hanno effettuato i controlli per accertare i suoi permessi all’accesso alla centralina. Il suo nome è risultato estraneo a qualsiasi attività legale che potesse avvenire all’interno di quell’armadio, che serve alla derivazione delle linee telefoniche. I militari hanno quindi condotto l’uomo nella caserma per ulteriori accertamenti e avvisato la società di telecomunicazioni proprietaria della cabina. Questa ha riscontrato la manomissione degli impianti e rilevato alcuni collegamenti arbitrari ad una specifica linea telefonica in uso ad un vicino istituto di credito. Le apparecchiature rinvenute sono state ovviamente sequestrate.
La nota diffusa dai carabinieri su questa vicenda è naturalmente prudente perché le indagini sono in corso. Quindi non specifica in modo chiaro quali potessero essere le intenzioni del 50enne. Infatti, avendolo preso in flagranza mentre stava collegandosi alla linea telefonica della banca, gli hanno impedito di fare quello che aveva programmato. Non gli hanno, cioè, permesso di portare a termine il reato, e quindi l’accusa nei suoi confronti può essere quella solo di cognizione, interruzione, impedimenti o illeciti, di comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche. Lo hanno, insomma, accusato di un tentativo di intercettazione delle telefonate.
Essendo però noi dei giornalisti e avendo in redazione una certa esperienza di casi simili sì può buttare lì l’ipotesi che i carabinieri abbiano interrotto il 50enne mentre, assieme a dei complici, stava perpetrando un tentativo di truffa. Era già successa una cosa simile a Dairago nel febbraio 2022. Infatti questa tipologia di intercettazioni delle linee telefoniche delle banche avvengono quando qualcuno sta controllando la solidità di un assegno circolare emesso per pagare qualche bene di lusso, in genere gioielli di grande valore. In questi casi , prima di consegnare il bene di lusso, il venditore chiama la sua banca che, a sua volta chiama al telefono la Banca emittente dell’assegno per controllare se dietro quella striscia di carta c’è davvero del denaro.
E’ a questo punto che interviene il telefonista che si collega alla centralina più vicina alla banca emittente e, quando arriva la chiamata della Banca del venditore, la intercetta e risponde al posto dell’operatore confermando l’esistenza di Fondi che in realtà non ci sono. Così il venditore viene tranquillizzato dalla sua banca e consegna il bene di lusso all’acquirente che ha circa 24 ore di tempo per sparire nel nulla prima che la truffa sia scoperta. Essendo ieri venerdì, il truffatore avrebbe avuto tutto il weekend per far perdere le proprie tracce. I carabinieri hanno però rotto loro le uova nel paniere, in flagrante pescando il pregiudicato con le mani nella marmellata, cioè nella centralina.
Articolo aggiornato il 13/01/2024 14:29