San Siro

Il giorno dopo l’incendio, continua il degrado, San Siro si mostra

Secondo quanto riferito dalle dalle fonti ufficiali, l’incendio che si è sviluppato ieri sera nell’appartamento di San Siro, in via Paravia, ha avuto la sua origine da scatole di medicinali e da altro materiale che una donna di 62 anni utilizzava per curare i malanni del padre, un uomo di 87 anni. Sono due delle persone ricoverate in ospedale per l’intossicazione da fumo. E’ possibile che degli apparecchi elettrici non perfettamente sicuri, abbiano sprigionato delle scintille e che le scatole di medicinali abbiano preso fuoco.

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Le foto scattate il giorno dopo però raccontano altre storie che meritano di essere raccontate

Quella parte di San Siro è la zona più degradata e difficile di Milano, e lo mostrano in modo inequivocabile i graffiti e i murales che si trovano sui muri delle case. Ne mostrano tutta la capacità esplosiva. A guardarli, e leggerli, si potrebbe pensare che l’intero quartiere sia invaso da terroristi islamici e potrà forse, ad un certo punto, essere vero. Inneggiano alla libertà della Palestina e della striscia di Gaza. Il problema però non è tanto ciò che politicamente i graffittari pensano della guerra fra Israele e Gaza, perchè ampie parti sia della destra e sia della sinistra “tengono” per la Palestina e sono contro Israele con motivazioni simili.

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Quei grafiti, però, non raccontano la visione di italiani politicamente coinvolti su una guerra che comunque non li coinvolge. Raccontano ciò che pensano i “vicini di casa” di Israele, persone che proviene dai paesi arabi che confinano con Israele stesso. Parlano del loro modo di vedere la questione, che è più uno scontro di civiltà fra il mondo occidentale e quello arabo.

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E’ indubbio che mettendola in questo modo, gli arabi sostengono la Palestina perchè fanno i kamikaze contro l’occidente, di cui gli italiani e le persone che circondano quella parte di San Siro, sono parte. Di sicuro, non siamo arabi e non lo è la nostra cultura. Se odiano così tanto israele, quali sono i loro sentimenti verso di noi.

Nota della redazione
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Articolo aggiornato il 30/11/2023 00:30

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