I racconti di Davide Trentarossi

Innovazione: affamati di futuro

Metti una serata milanese di novembre inoltrato, quattro persone che masticano pane e innovazione, la sala di un teatro e due affabili padroni di casa. Ecco che avrai “Affamati di futuro“, l’evento conclusivo del ciclo per celebrare i venti anni di Fondazione Politecnico di Milano. Un’interessantissima chiacchierata, se vogliamo anche inconsueta, sull’impatto che la tecnologia e le innovazioni hanno sulla vita di ognuno di noi, dando un’occhiata a un futuro che, molto probabilmente, è già presente.

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L’evento, organizzato da PoliHub e Fondazione Politecnico, si è svolto presso il Teatro Franco Parenti, in via Pier Lombardo a Milano. Nel ruolo di padroni di casa c’erano Enrico Deluchi, CEO di PoliHub, e Ruggero Rollini, noto divulgatore scientifico. I quattro ospiti erano: Nicoletta Iacobacci, Chiara Petrioli, Bibop Gresta e Stefano Quintarelli. Proviamo a conoscerli meglio.

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In questo articolo parliamo di:

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Gli Innovatori

Nicoletta Iacobacci, docente, studiosa e autrice di diverse pubblicazioni. E’ intervenuta in virtù di esperta di Intelligenza Artificiale e, in particolare, delle sue implicazioni etiche. Nei suoi scritti, lo ha ribadito anche nel corso della serata, si dedica all’analisi dell’impatto etico-sociale dell’intelligenza artificiale. Le parole chiave del suo intervento sono state inclusione e consapevolezza e ha voluto rimarcare quanto l’innovazione corra veloce a differenza dell’etica, che è molto più lenta a muoversi. La tecnologia cresce a livelli esponenziali, mentre l’etica procede a piccoli passi.

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Bibop Gresta, imprenditore visionario e venture capitalist. Personaggio istrionico che sicuramente colpisce. E’ il co-founder di Hyperloop IT, un progetto spettacolare che teorizza il trasporto supersonico, di merci e persone, attraverso capsule che si muovono in tubi dove è stato creato il vuoto al fine di togliere l’attrito e permettere di viaggiare a velocità elevatissime, usando una quantità di energia veramente minima.

La parte più interessante del suo intervento è stato il cambio di paradigma che propone. Tutte le aziende oggi cercano di aggiungere sostenibilità alla loro essenza, magari anche solo per esigenze di immagine. Lui no. Bibop Gresta vuole costruire le sue aziende partendo, proprio, dalla sostenibilità, promettendo, con il suo progetto, di generare più energia di quanta il sistema ne consumi. Ci riuscirà? Beh, per scoprirlo dobbiamo solo avere un poco di pazienza; il progetto è, infatti, in fase di avvio a brevissimo, proprio nel nostro Paese, grazie ad un bando della Regione Veneto.

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Chiara Petrioli, ricercatrice e imprenditrice. Ha fondato WSense, la startup Deep Tech, premiata al World Economic Forum di Davos, come la più innovativa al mondo nella raccolta e gestione dei Big Data per monitorare e proteggere gli ecosistemi marini. Stupendo il suo punto di vista, secondo il quale “la tecnologia non è mai un fine, ma un mezzo per trovare soluzioni ai problemi“. Con la sua start up ha di fatto aperto la via a quella che è stata battezzata la IoUT, che sta per Internet of Underwater Things e utilizza sistemi basati su onde acustiche e tecnologie ottiche (senza fili) per creare sistemi di monitoraggio e comunicazione subacquei. Tutto questo, senza interferire con l’ecosistema marino.

Stefano Quintarelli, docente, informatico, imprenditore, sicuramente uno dei pionieri della rete e del digitale nel nostro paese. Un’invenzione su tutte: lo SPID, la nostra identità digitale. Ha fondato il primo Internet Service Provider italiano, che, lo ricordiamo, è stato anche il primo Unicorno italiano. Singolare il ricordo condiviso da Quintarelli: proprio nello stesso Teatro Franco Parenti, una sera di novembre di 28 anni fa, Giorgio Strehler ospitò lui e chi, con lui, stava costruendo Internet in Italia. Corsi e ricorsi della storia.

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La serata

Questi i protagonisti della serata al Teatro Parenti, lunedì 13 novembre. Quale l’esito? Io, personalmente mi porto a casa alcune notizie che mi hanno colpito e che voglio qui condividere con voi.

La più preoccupante. Sono un fermo sostenitore dell’Intelligenza Artificiale e dei benefici che potrà dare (e già dà) alle nostre vite; ho già avuto occasione di parlarne, in maniera scherzosa, anche su queste pagine. Sicuramente una delle sfide più complesse che ci pone davanti è quella dei bias. Quando addestriamo un modello di Intelligenza Artificiale, l’approccio che utilizziamo è quello di dargli in pasto enormi moli di dati, da cui il modello possa apprendere. Il problema è che, se non prestiamo la massima attenzione, questi dataset risulteranno viziati dai nostri bias umani.

La notizia più preoccupante è stata quella data da Nicoletta Iacobacci che ha ricordato come nei pronto soccorso americani sia attivo un sistema di Intelligenza Artificiale che aiuta i medici nel comprendere se un paziente abbia in corso o meno un attacco di cuore. Il problema, in questo caso, risiede nel fatto che i dataset con cui è stato addestrato questo modello sono basati in misura preponderante su dati per lo più legati al mondo dell’infarto maschile. Si è però dimostrato come i sintomi nel caso delle donne siano differenti da quelli presenti negli uomini. Questo significa che, se non teniamo in considerazione questo bias, rischiamo di sottostimare i rischi di infarto nelle donne.

La più demoralizzante. Stefano Quintarelli è stato anche un deputato della Repubblica Italiana, nella legislatura dal 2013 al 2018. Durante il suo mandato ha ricordato come, su circa un migliaio tra deputati e senatori, solo cinque fossero degli informatici. Solo cinque! La reputo una notizia demoralizzante non certo per campanilismo o spirito di appartenenza, ma semplicemente perché, come saggiamente sostiene Chiara Petrioli, “L’informatica è lo strumento metodologico per facilitare la risoluzione di problemi complessi“. Crediamo davvero di poter immaginare e governare il mondo del futuro (scusate, del presente) non avendo questo strumento nel nostro DNA?

La più bizzarra. Sempre in campo medico, recenti studi hanno dimostrato come le Intelligenze Artificiali superino (e pure nettamente) i medici in fatto di empatia. Beh, direi che si commenta da sola…

La più provocatoria. Secondo Bibop Gresta, le auto-mobili sono state progettate per essere im-mobili! Sembra un paradosso, vero? Provate, però, a vederla da quest’altro punto di vista. Per l’ottanta per cento del loro tempo, le automobili rimangono ferme e, per il restante venti per cento del tempo, si trovano “immobili” in mezzo al traffico. Certo, una provocazione, ma sicuramente un fondo di verità ce l’ha!

La più disruptive. Mi piace concludere con una considerazione. La Silicon Valley è stata fatta, anche, da immigrati. Sapevate che oltre il 60% delle tech company della Valley ha tra i suoi fondatori un immigrato? Hanno portato la loro cultura, le loro abitudini, le loro conoscenze e tutto il loro bagaglio di esperienze per creare quel mix che ha rivoluzionato il mondo in cui viviamo. Forse dovremmo tenere a mente questo dato quando riportiamo il pensiero alla nostra terra e proviamo a immaginare il nostro futuro. E’ così rivoluzionario pensare che gli immigrati possano essere una risorsa? Integrazione è arricchimento e crescita.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Articolo aggiornato il 16/11/2023 19:03

Davide Trentarossi

Nato a Milano, l’8 maggio… di qualche anno fa, ma cresciuto in provincia. Ho scoperto molto tardi la passione per la scrittura. Sono laureato in Ingegneria Informatica. Amo viaggiare, e questo mi ha portato a lavorare in giro per il mondo. Molti aeroporti sono stati il mio “Second Office”. Dall’Australia al Sud America, da Mosca a Miami, oltre all’Europa. Amo viaggiare leggero: nel mio trolley il computer su cui appuntare le idee per un nuovo libro, l’inseparabile smartphone, per restare connesso al resto del mondo e un paio di cuffie per ascoltare la musica, un’altra grande passione. Visita la mia pagina su Amazon: https://www.amazon.it/Davide-Trentarossi/e/B081QT913W/

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Testata registrata presso il Tribunale di Milano n. 47/2020 del 3/06/2020 Direttore responsabile Ilaria Maria Preti
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